Un’authority da ristrutturare, migliore di quella conosciuta negli ultimi 14 anni e dal profilo più internazionale: è quella che il presidente designato della Consob, Mario Nava, ha tratteggiato in un’audizione alle commissioni finanze di camera e senato che hanno dato via libera alla sua nomina.
L’obiettivo è accrescere il ruolo internazionale dell’authority negli organismi internazionali Esma (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), Esrb (Comitato europeo per il rischio sistemico), Fsb (Comitato per la stabilità finanziaria) e Iosco (Organizzazione internazionale delle autorità di controllo) distaccandovi dei dipendenti, perché «non c’è nulla di più importante che avere del personale là, che ci possa meglio aiutare a capire cosa sta succedendo». Un’altra idea di Nava riguarda lo scambio di funzionari con le autorità di altri paesi europei e quello di personale, «di breve periodo, anche con l’industria, in modo da aumentare la comprensione reciproca». Quanto all’opera di ristrutturazione, «credo che il personale che abbiamo in Consob sia di altissima qualità e da qui si può iniziare a lavorare, c’è la questione di organizzarlo meglio», ha affermato Nava. «La Consob nel tempo e nello spazio è stata migliore: penso alle Consob eccezionali di Tommaso Padoa-Schioppa e Spaventa, assolutamente si può ritornare lì. Non c’è nessun motivo per non poter tornare a quei livelli».
Sul versante operativo, il nuovo presidente pensa a un organismo che «deve riuscire a passare quanto più possibile dall’azione ex post, dalla sanzione, a un’azione ex ante di prevenzione. Qualora il lavoro di prevenzione, di anticipazione non sia sufficiente, vorrei affiancare all’intervento ex post, alla sanzione pecuniaria, anche altre possibilità, sulla base di quello che fanno altre due autorità internazionali: quella francese, con la Procedure de composition administrative, e quella americana, che ha il Settlement Power. Questo è un meccanismo di repressione degli illeciti finanziari che permette maggiore velocità ed efficacia». Nava ha aggiunto che «rispettare tutti i requisiti della Mifid va benissimo, ma non è solo quello che tutela le famiglie e l’impresa, quanto una vigilanza integrata e dinamica e la capacità della Consob di andare sui mercati a verificare». Un altro impegno riguarda «una sinergia fortissima con Bankitalia, Ivass e Tesoro».
La nomina di Nava al timone dell’authority dovrà essere ratificata dal consiglio dei ministri: si tratta dell’ultimo passaggio formale.
di Giacomo Berbenni, Italia Oggi