Febbre a 39-40 per 4-5 giorni. Tosse secca, mal di testa e dolore alle ossa. E quando il termometro scende finalmente sotto i 37, rimane una generale spossatezza e stanchezza. E’ l’influenza, quella che quest’anno sta mettendo ko moltissimi italiani. Precisamente oltre 3 milioni, di cui solo 800mila nell’ultima settimana. Come se la sola influenza non bastasse, sembra che in alcuni casi il recupero venga ritardato da complicanze batteriche.
LE VACCINAZIONI
«Dopo alcuni giorni alle prese con l’influenza possono subentrare infezioni a livello broncopolmonare in grado di allungare i tempi di recupero», dice Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) «Queste infezioni richiedono l’utilizzo dell’antibiotico, ma solo su prescrizione del proprio medico», precisa subito l’esperto. «E’ vero che soggettivamente quella di quest’anno sembra proprio un’influenza molto brutta», ammette Rezza. «Di certo, sappiamo che quest’anno abbiamo raggiunto un picco altissimo e con questi numeri le complicanze aumentano di conseguenza. Ma in proporzione ai contagi non abbiamo alcun segnale che ci indica che i virus influenzali quest’anno siano più virulenti rispetto alle altre stagioni». Tuttavia, sta circolando un tipo di virus B che lo scorso anno si è diffuso di meno nel nostro paese. «Si tratta del virus Yamagata di tipo B», spiega Rezza. Questo potrebbe anche spiegare perché ci sono tanti ammalati a fronte di un aumento, seppur lieve, delle vaccinazioni. «Il vaccino più utilizzato in Italia quest’anno è il trivalente adiuvato – dice l’esperto dell’Iss – che non contiene il B Yamagata e quindi può succedere che, anche se vaccinati contro l’influenza, si venga colpiti lo stesso». L’altro virus influenzale che sta circolando è quello della cosiddetta influenza suina, l’AH1N1. «Quest’anno l’AH1N1 si presenta leggermente mutato, ma il vaccino offre una copertura anche in questo caso», sottolinea Rezza. I dati dell’Istituto di sanità lasciano già supporre di essere di fronte a un’epidemia influenzale tra le peggiori negli ultimi 15 anni. «Nell’ambito del sistema nazionale di sorveglianza Influnet, dal 2004 ad oggi ha superato i picchi di tutti gli anni, tranne due», conferma Silvestro Scotti, il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia.
Anche se siamo in piena fase di picco, non è detto che la curva epidemica non cresca ancora o che si prolunghi più del solito. «Bisognerà vedere come si comporterà il virus H3N2», dice Rezza. «Se comincerà a circolare più diffusamente anche questo virus, è possibile che la stagione influenzale si prolunghi più del solito», aggiunge.
GLI AMBULATORI
Un’eventualità, questa, che spaventa non poco le strutture sanitarie italiane, già messe a dura prova da un così elevato numero di malati. Ambulatori e pronto soccorso non sono mai stati così affollati come quest’anno, denunciano i medici di famiglie e quelli ospedalieri. «Un inverno con temperature poco rigide e molta umidità favorisce la permanenza del virus in circolazione», dice Giovanni Maga, responsabile del laboratorio di Virologia Molecolare presso l’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia, secondo il quale quella a cui stiamo assistendo è la «normalità dell’influenza». «Un’infezione spesso sottovalutata ma che causa direttamente centinaia di decessi ogni anno in Europa, cui si aggiungono le morti, soprattutto nei bambini sotto i 5 anni e negli adulti sopra i 65, causati da altre patologie che si aggravano in conseguenza dell’infezione», dice.
Il Messaggero