Attacco con artiglieria, “a giorni” operazione ad Afrin e Manbij
L’artiglieria pesante dell’esercito turco ha bombardato per tutta la notte le postazioni dei guerriglieri curdi dello Ypg nel cantone di Afrin, nel Nord-Ovest della Siria. Secondo fonti curde sono state colpite le cittadine di Basufan e Al-Ghazawiyah, ma non ci sarebbero vittime fra i civili. Le forze curde “sono pronte a reagire contro obiettivi militari turchi” in qualsiasi momento.
Nuova operazione
L’offensiva arriva dopo le parole durissime del presidente Recep Tayyip Erdogan nel weekend. Il leader turco ha promesso di “purgare” i “terroristi curdi” dal Nord della Siria: “a giorni”, ha promesso, partirà l’operazione nei cantini di Afrin e Mambj, per completare l’operazione Scudo dell’Eufrate, lanciata nell’estate del 2016.
Scudo sull’Eufrate
Scudo sull’Eufrate, completata nel marzo del 2017, ha portato all’espulsione dell’Isis nella zona di confine fra Siria e Turchia, tra Afrin e Jarabulus le creazione di una zona cuscinetto controllata da forze speciali turche e milizie siriane filo-Ankara. “Nei prossimi giorni, se dio vuole – ha precisato Erdogan – continueremo l’operazione ad Afrin per purgare i terroristi dalla nostra frontiera meridionale”.
Il cantone assediato
L’obiettivo è la conquista di Manbij e Afrin. Manbij è stata strappata dai curdi all’Isis nell’estate del 2016, ma si trova a Ovest dell’Eufrate e quindi secondo Ankara nella “zona di influenza” turca. Il cantone di Afrin è una enclave curda fra la Turchia e i territori controllati dal governo di Bashar al-Assad. Il cantone è separato dalle altre aree sotto controllo curdo ed è circondato da tre lati da forze turche e alleate. Nelle scorse settimane però i governativi hanno lasciato affluire rinforzi curdi, cosa che ha mandato su tutte le furie Erdogan, tornato ad attaccare Assad.
La contromossa Usa
Erdogan ha anche chiesto “l’aiuto degli americani” nella lotta al terrorismo, sia dell’Isis che dello Ypg, da Ankara messi sullo stesso piano. I piani di Washington sono molto diversi. Ieri è stata annunciata la creazione di una “forza di confine” curda, composta da 30 mila uomini reduci della lotta all’Isis, che controllerà proprio la frontiera fra il Kurdistan siriano, conosciuto anche come Rojava, e la Turchia.
Lotta trentennale
Lo Ypg ha come leader storico Abdullah Ocalan, ora in prigione. Per questo Ankara lo considera semplicemente una costola siriana del Pkk turco, il Partito dei lavoratori curdi che costituisce la maggiore forza di opposizione, politica e armata, al governo nel Sud della Turchia. Il conflitto fra le forze di sicurezza turche e il Pkk, esploso nel 1984, ha causato 40 mila vittime. Dal luglio del 2015, quando sono riprese le ostilità dopo una tregua di cinque anni, ci sono stati 3300 morti fra poliziotti, soldati, guerriglieri e civili.
Giordano Stabile, La Stampa