Il Cav dalla D’Urso in pieno transfert. E torna venditore di sogni: “Flat tax, pensioni per le mamme e reddito di dignità”
Luci scintillanti, trucco effetto mat, parole ben scandite per arrivare meglio nelle case degli italiani. Silvio Berlusconi è tornato nel salotto di Barbara D’Urso per lanciare la sfida all’unico partito che riconosce come competitor: M5S. E ricordare agli elettori/spettatori che nessuno è convincente ed efficiente come lui. “Nel ’94 scesi in campo perché altrimenti il partito comunista sarebbe andato al potere, solo con la mia discesa in capo e la creazione di Forza Italia riuscimmo a evitare questo gravissimo pericolo. Oggi c’è in campo il M5S, una formazione più pericolosa dei post comunisti di allora”, che somiglia più a una “setta” che a un partito. È un Berlusconi in pieno transfert psicologico quello che, a Domenica Live, trasferisce sui 5 Stelle tutte le terribili qualità che nella sua storica narrativa erano dei comunisti. Il Movimento 5 Stelle, per Berlusconi, è anche peggio: “è quasi una setta, che prende ordini da un vecchio comico e dal figlio sconosciuto dell’altro socio del comico, adesso defunto”. I pentastellati, secondo l’ex premier, “porterebbero l’Italia verso un vero disastro”, imponendo “una morsa letale sul ceto medio, con un’imposta di successione vicina al 50% e con un’imposta patrimoniale”. E poi, ha aggiunto Berlusconi, “potrebbero portare al governo i peggiori rappresentanti della magistratura militante”. Per il Cav insomma quella pentastellata è una forza incompetente che porterebbe l’Italia alla rovina. Mantra questo che lo accomuna all’altra grande forza di sistema che vede negli accoliti di Grillo il peggior pericolo per la democrazia italiana e cioè il Pd. In mattinata a Milano sia Renzi che Calenda hanno insistito su questo spartito, definendo i 5 stelle come “incompetenti orgogliosi”. E il ministro Padoan – che si candiderà con i dem – ha addirittura parlato di “pericolo per la stabilità del paese”. Berlusconi ridiventa il miglior venditore di sogni. A differenza di Berlusconi però finora i dem non hanno lanciato promesse elettorali altisonanti quanto irrealizzabili. Invece nel confortevole salotto della D’Urso il leader forzista si è mostrato pronto a indossare nuovamente i panni del venditore di sogni. Nel giro di qualche minuto è arrivato a proporre: flat tax, pensioni minime di mille euro al mese, estensione alle mamme senza contributi della pensione minima, reddito di dignità. “Vogliamo operare una vera e propria rivoluzione fiscale, la flat tax, con un’unica aliquota pari o inferiore alla più bassa di quelle attuali, al 23%”, ha detto, spiegando che la misura sarà coperta con la “minore evasione e minore elusione per almeno 40 miliardi”. Non solo. “Aumenteremo tutte le pensioni minime a 1.000 euro al mese. Daremo questa pensione anche alle mamme che non hanno mai versato i contributi”. Berlusconi ha promesso di “debellare la povertà in Italia”. “Riteniamo che uno Stato moderno e civile debba trovare il modo di dare alle famiglie e ai cittadini quanto loro manca per passare una vita dignitosa e arrivare alla fine del mese. Sono 1,2 milioni le famiglie in Italia in cui lavora solo la donna. Complimenti, ma bisogna che anche gli uomini si diano da fare. Se queste donne percepiscono un reddito di 700 euro, lo Stato verserà la differenza tra 700 e 1550 euro”, ha promesso. Dove si trovano questi soldi? Semplice: “[…] facendo funzionare l’economia e creando nuovi posti di lavoro“. Il magico mondo del Cav si basa “sull’equazione della crescita e del benessere: meno tasse sulle famiglie, sulle imprese, sul lavoro, in modo che le famiglie possano consumare di più, le imprese produrre di più e ci possano essere più posti di lavoro. Questa è la nostra ricetta applicata in tanti Stati dove la povertà è assolutamente residuale rispetto alla nostra. La povertà è qualcosa che va cancellata. Al governo non politici di professione ma persone oneste, capaci, che abbiano raggiunto obiettivi e vengano dalle imprese e dalle università“. Dunque l’appello ad andare a votare, a conclusione dello show. “In questa situazione non andare a votare è come suicidarsi. “Questa volta – ha ribadito il Cav – dall’altra parte c’è qualcuno di più pericoloso della sinistra. Ci sono questi signori che pensano di non andare a votare ma se a causa della loro assenza dalle urne vincessero” i 5 Stelle “si troverebbero tasse altissime. È nel loro preciso interesse, per non dare l’Italia non solo a chi non è preparato ma che porta invidia e odio verso chi è ricco”.
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