UniCredit sta lavorando a un piano di ristrutturazione delle risorse umane in Italia che prevede numerose uscite (circa 900) e un ampio turnover generazionale. La procedura sindacale per dare il via al confronto sul cosiddetto «Piano giovani» è stata aperta a metà dicembre e la prossima settimana le parti entreranno nel vivo della trattativa. Si parla di poco più di 900 dipendenti UniCredit che l’azienda si propone di far uscire nei prossimi mesi. Si tratta di quelle risorse che matureranno i requisiti per andare in pensione entro il 1° dicembre 2023. Questi dipendenti, qualora si riuscisse a trovare l’accordo su un’eventuale uscita dal gruppo, verrebbero sostituiti in gran parte con l’inserimento di figure più giovani.
Gli obiettivi dell’azienda, secondo il programma messo a punto, sarebbero due. Da un lato riallineare la situazione degli organici sul territorio nazionale e renderli effettivamente aderenti alle necessità operative nelle varie aree (le cosiddette «Region») in cui opera il gruppo. Dall’altro, proseguire sulla strada della digitalizzazione dei processi, costruendo gli strumenti necessari per rinnovare il business.
Nello specifico, la banca di piazza Gae Aulenti intende da un lato riaprire i termini temporali di accesso ai piani di esodo con pensionamento diretto o al fondo di solidarietà alle stesse condizioni definite con le intese precedenti (l’ultimo accordo risale al 4 febbraio). Dall’altro, proporre un’offerta di incentivo all’esodo per 24 mensilità ai lavoratori delle aree professionali e dei quadri direttivi operanti nell’ambito della macchina operativa della Coo Area non allineati alle esigenze operative. La trattativa dovrebbe chiudersi alla fine di gennaio e il cda per il via libera allo stanziamento delle risorse potrebbe già essere quello del 5 febbraio. UniCredit, interpellata sul piano di uscite, non ha commentato.
ItaliaOggi