Pochi soldi (bilancio Figc in rosso di nove milioni), poche idee e nessun accordo per la presidenza. Le elezioni si avvicinano: il 29 va scelto l’erede di Carlo Tavecchio, che si è dimesso dopo il flop Mondiale. Oggi in via Allegri maxi-summit: presenti tutti i presidenti di Leghe e componenti per la prima volta. Ma niente candidato unico, le parti sono ancora lontane: Tommasi si è già fatto sotto, Gravina sta per farlo, Sibilia ci pensa. Mercoledì si riunisce la A, giovedì altro tentativo di accordo, poi venerdì si candida Gravina e sabato Sibilia tiene la sua assemblea (con un direttivo il giorno prima). Sibilia è l’uomo forte, senza dubbi. Ha il 34 per cento vero. A lui tocca dare le carte. Se fa un passo indietro visto che è anche senatore di Forza Italia, può fare convergere i suoi voti su Gravina (improbabile su Tommasi) e ottenere comunque deleghe importanti. Damiano Tommasi intanto accenna al suo programma, dopo essersi candidato per primo: “Tra le proposte, quella da raggiungere in tempi più brevi è la costituzione delle seconde squadre, le ‘squadre B’. E’ già circolata in qualche documento federale l’ipotesi di seconde squadre in sostituzione delle squadre di Lega Pro che non vengono ammesse al campionato. Credo sia uno dei progetti da fare sin da subito, coinvolgendo le società di serie A che sono interessate”. E spiega la scelta di lanciare un sondaggio sui social per chiedere agli appassionati di calcio quali riforme vorrebbero venissero adottate dalla Figc: “E’ un’idea che avevo da tanto tempo per aprire le porte della Federazione a quelli che non hanno diritto di voto; un modo per riavvicinare quella che oggi è una delle Federazioni che si è allontanata un po’ dal pubblico”. Tommasi usa sistemi, i social, e toni da 5 Stelle, tanto che circola la voce che il Movimento gli avrebbe proposto un seggio alle prossime elezioni (politiche). Ma lui pensa al calcio, al suo mondo. La Lega di A terrà la sua assemblea il 10 gennaio, ma già domani, martedì, ci saranno incontri informali a Milano. I presidenti dovranno presentare le loro richieste in vista dell’assemblea elettiva della Figc, e scegliere anche il nome su cui puntare. L’ultima volta, era saltato fuori il nome di Claudio Lotito, era solo una battuta a margine dell’assemblea ma intanto lui ci crede, è sicuramente bravo (basta guardare dov’è in classifica la Lazio…) e non si pone mai limiti. Alcuni presidenti di A stanno pensando davvero di candidarlo alla presidenza della Figc, almeno una decina sono a lui fedeli (ma non bastano): un modo elegante forse per evitare il suo pressing asfissiante in Lega e poi, se eletto, dovrebbe lasciare le sue cariche alla Lazio e alla Salernitana. Se eletto, appunto. Ma chi lo voterebbe? I calciatori? Gli allenatori? Le altre tre Leghe? Una candidatura di Lotito spaccherebbe ancora di più il fronte e certo Giovanni Malagò non ne sarebbe affatto felice. Il n.1 dello sport già teme un governo del pallone “al ribasso”, debole e litigioso, figuriamoci con Lotito. Insomma, pare solo una provocazione. Ma visti personaggi e interpreti, non ci si stupisce ormai di nulla, o quasi. “Candidarmi alla Figc? Per essere eletti bisogna avere il consenso e per avere il consenso bisogna essere indicati dalle persone che ti devono votare. Io la vedo così altrimenti uno si fa un film che non esiste. Dobbiamo lavorare nell’interesse del calcio, speriamo di riuscirci” ha detto oggi Lotito. Lotito oggi alle 17,15 è arrivato in Figc e si è subito diretto al quinto piano, da Tavecchio che della Lega di Milano, come noto, è il commissario. Forse Lotito ha anche incrociato, ma per pochi istanti, Sibilia, impegnato al summit al primo piano: il patron della Lazio e il n.1 dei Dilettanti, si sa, sono in buoni rapporti. Sibilia ricorda: “Io sono uno che unisce, non divide”. Ma nemmeno lui ci sta a fare passi indietro, la sua Lega è quella che pesa di più. Intanto Mirabelli, ds del Milan, alla strasmissione “Gr Parlamento-La Politica nel pallone” ha spiegato che prima degli uomini contano i programmi. Sembra utopia, vista la piega che ha preso la questione. C’è il rischio di più candidature, di forte spaccature. Intanto, la posizione di Michele Uva, dg di Via Allegri, si fa più forte: ha lavorato bene, è appoggiato da Ceferin, Malagò, Agnelli. Il prossimo presidente Figc dovrà tenerne conto. Prudente infine Urbano Cairo, patron del Torino: “Tommasi? Persona per bene. Non conosco il programma ma mi piacerà vederlo per poterlo valutare come di altri candidati. Lega di A? Bisogna arrivare al 29 con presidente e ad”. Già, è mesi che ci provano: la soluzione però stavolta potrebbe essere vicina. Paolo Nicoletti presidente e Luigi De Siervo ad. Hanno già lavorato insieme sui diritti tv. L’avvocato Nicoletti è stimato da Lotti e Malagò, i presidenti lo hanno conosciuto (e apprezzato) come subcommissario di Tavecchio. De Siervo viene dalla Rai, è ad di Infront Italia, ha anche lui buoni appoggi politici (sempre dal centrosinistra). Insomma, due identikit che potrebbero mettere tutti d’accordo. Resta il nodo Tavecchio: non ci sta a farsi da parte, cerca un incarico nel calcio. Glielo troveranno, e sarà di sua soddisfazione. Ascolti Rai, bene “Novantesimo” e “Il sabato della Ds”. Buoni ascolti per Novantesimo Minuto di sabato, prima della sosta del campionato: la trasmissione-cult di Rai Sport, condotta da Paola Ferrari e Alberto Rimedio, è stata seguita da un milione 281.000 appassionati, share del 7,7 per cento. Bene anche il “Sabato della Ds”, condotto da Marco Lollobrigida: 1 milione 361.000 spettatori, share 8,5%.
La repubblica