Il governatore della Puglia si dice pronto ad avviare una trattativa col premier Gentiloni: “Chiediamo un’apertura sulla decorbanizzazione e il rispetto delle leggi sul danno sanitario”
Il governatore pugliese Michele Emiliano apre alla trattativa col presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sul Piano ambientale dell’Ilva impugnato da Regione e Comune di Taranto, purché si ottengano dal governo le garanzie di una apertura al processo di decarbonizzazione e della applicazione della legge regionale sulla previsione del danno sanitario. “Stiamo chiedendo al governo – ha detto – di rispettare le leggi, la Costituzione, la salute dei cittadini. Se non le avremo il ricorso non sarà mai ritirato”.
“Se invece avremo queste garanzie – ha sottolineato il governatore della Puglia – è evidente che nessuno di noi ha intenzione di mantenere in piedi un contenzioso che non abbia un significato di tutela della salute delle persone”.
“Ho chiesto insieme al sindaco di Taranto un incontro politico al presidente Gentiloni perchè è evidente che un impegno a lavorare in modo positivo non può che essere preso dal presidente in persona. Ricordo a tutti a tal proposito come il ministro dell’Industria si sia comportato sino ad oggi – ha sottolineato Emiliano – Calenda prima ha tentato di escluderci dal tavolo, poi ci ha sottoposto a pressioni per ritirare senza condizioni un ricorso dicendo che volevamo far chiudere la fabbrica. Calenda ce ne ha dette di tutti i colori e questa cosa non gliela perdonerò mai: ha tentato di soffocare il nostro diritto e questo non può essere perdonato”.
Parlando delle condizioni su cui Regione e Comune di Taranto si concentreranno nella controproposta alla bozza del Protocollo di intesa sull’Ilva inviato loro dal governo che ha recepito in parte le richieste degli enti locali, Emiliano ha detto che “se raggiungiamo un accordo sulla applicazione della legge regionale sulla previsione del danno sanitario e otteniamo la possibilità di dimostrare che la decarbonizzazione non ha questo differenziale di costo così elevato come si sostiene, e che quindi si parte con la decarbonizzazione almeno sui due gruppi da ristrutturare, allora noi siamo a buon punto”.
Repubblica.it