Una buona notizia per il presidente Usa, Donald Trump. La riforma fiscale degli Stati Uniti è, infatti, a un passo dal traguardo. E la Casa Bianca e tutti i repubblicani esultano, pronti a incassare la prima e finora unica vittoria legislativa del loro mandato. Con un voto arrivato nella notte americana, la riforma ha superato lo scoglio decisivo del Senato e ora, dopo lievi modifiche teniche, torna alla Camera per il ‘via libera’ definitivo e approderà alla scrivania di Trump allo Studio Ovale, per la firma definitiva sicuramente prima di Natale. E’ la prima riforma fiscale statunitense in oltre 30 anni. “E’ il più grande taglio alle tasse e il provvedimento di riforma della storia”, ha ‘twittato’ subito il presidente Trump.
La riforma è passata con un voto risicato (51 a 48), del resto al Senato dove i repubblicani hanno solo una lieve maggioranza. Il risultato è stato annunciato dal vicepresidente Mike Pence che ha presieduto il voto. Alla fine ha votato sì anche Jeff Flake, l’ultimo repubblicano che non si era ancora sbilanciato. La riforma si applicherà dal 2018, sia per le aziende che per i privati; e ridurrà le tasse federali ma anche le entrate dal 2018. Ma Trump spera che la riforma acceleri l’economia statunitense oltre l’attuale 3%, generando nuove entrate fiscali. “La riforma fiscale ci porterà al 3%” della crescita, ha assicurato Paul Ryan, speaker della Camera dei rappresentanti. Anche se la riduzione delle tasse è permanente per le aziende, durerà solo fino al 2025 per le famiglie. Pertanto, secondo il Tax Policy Center, l’aumento del potere d’acquisto delle famiglie diminuirà progressivamente nel prossimo decennio, fino a scomparire della metà nel 2027. Il testo include anche due altre importanti novita’: l’annullamento della sanzione per coloro che non hanno un’assicurazione sanitaria e la concessione di terre protette in Alaska all’estrazione petrolifera. Trump, che non è riuscito ad abrogare la riforma sanitaria del suo predecessore Barack Obama, per la defezione dei suoi stessi colleghi di partito, adesso incassa una vittoria politica di cui, lui ne è sicuro, gli americani si ricorderanno quando andranno a votare nelle elezioni legislative del novembre 2018, elezioni che sono importantissime se i repubblicani vogliono mantenere il controllo tanto di Camera che di Senato.
ItaliaOggi