I social network fanno male o no? La questione è di quelle amletiche. Tanto che a porsela è addirittura Facebook nella sua newsroom, in un post di due ricercatori di Menlo Park, David Ginsberg e la psicologa sociale Moira Burke.
“Passare tempo sui social media ci fa male?” si chiedono, cercando di capire se le persone che trascorrono molte ore on line li utilizzino in modo significativo e positivo oppure se consumino semplicemente status e aggiornamenti banali, sottraendo in questo modo tempo prezioso ad amici e familiari.
“Queste sono domande cruciali per la Silicon Valley e anche per noi” scrivono Ginsberg e Burke, la quale ha studiato l’impatto di Internet sulla vita delle persone per oltre un decennio e ora guida il team di ricerca Facebook.
GLI STUDI – Citando alcuni studi – tra cui quello dello psicologo Sherry Turkle (secondo cui i cellulari ridefiniscono le relazioni moderne, rendendoci “soli insieme”) e dello psicologo Jean Twenge (che, nelle sue analisi generazionali, ha notato un aumento della depressione adolescenziale in funzione dell’uso della tecnologia) – Ginsberg e Burke cercano di scoprire dove sia la verità sul tema.
LE RICERCHE – E per farlo, oltre al bicchiere mezzo vuoto, indicano anche quello mezzo pieno di cui fanno parte le tesi del sociologo Claude Fischer, secondo il quale le affermazioni per cui la tecnologia allontani le persone sono supportate da aneddoti ma ignorano i benefici della tecnologia stessa.
IL TEMPO – Oppure, del mezzo pieno fa parte anche lo studio del sociologo Keith Hampton sugli spazi pubblici che suggerisce come le persone trascorrono più tempo in mezzo agli altri ora e che gli smartphone sono usati spesso da persone che passano il tempo da sole. Quindi, in un certo senso, riconnettendole alle altre.
LE RISPOSTE – Ginsberg e Burke vogliono quindi, attraverso il post, “dare alcune informazioni su come il team di ricerca di Facebook collabori con gli altri team del gruppo alla ricerca del benessere delle persone”. Perché, “non è solo un problema di Facebook ma un problema di Internet”.
LA DOMANDA – E per avere le risposte, bisogna farsi le domande. Eccoci, quindi, alla questione centrale: i social media sono buoni o cattivi? Secondo esperti e ricercatori, si tratta ancora una volta di “come” si utilizza la tecnologia.
BORDO CAMPO – Ad esempio, si legge, “sui social puoi scorrere passivamente post, come a volte si guarda la TV, oppure interagire attivamente con amici e commentare pagine altrui. Proprio come di persona: interagire con qualcuno a cui si tiene può essere utile, mentre osservare gli altri da bordo campo può farti sentire peggio”.
IL MALE – Quando si passa molto tempo a consumare passivamente informazioni o a leggere senza interagire, evidenziano alcune ricerche (tra cui quelle dell’Università del Michigan o uno studio di San Diego e Yale), le persone si sentono generalmente peggio.
IL BENE – D’altra parte, interagire attivamente (che siano parenti, compagni di classe o colleghi, amici o persone care) – quindi, scambiare messaggi, post e commenti – e ricordare le interazioni passate sono due aspetti che vengono collegati a miglioramenti del proprio livello di benessere.
CONCLUSIONI – In questo senso uno studio condotto da Robert Kraut alla Carnegie Mellon University ha rilevato che le persone che hanno inviato o ricevuto più messaggi, commenti e post hanno riportato miglioramenti per quanto riguarda depressione e senso di solitudine. Insomma, si tratta di come si utilizzano i social media ad essere il fattore determinante in tema di benessere personale.
Adnkronos