I successi con le belle donne nascevano dai suoi eccessi
Era un guascone arrogante, ma anche altruista. Girava armato e sparò ai paparazzi. Con la ruvidezza conquistò Claudia Cardinale, che lo scelse come uomo della sua vita
(di Cesare Lanza per LaVerità) Metto le mani avanti, per una volta, e anticipo le conclusioni. Pasquale Squitieri non mi è mai piaciuto, avevo sempre evitato d’incontrarlo. Detesto i preiudizi, ma ogni tanto ci casco con tutte le scarpe, come dicono dalle mie parti. Penso che sia il caso anche per quanto riuarda il discusso regista naoletano (nato a Napoli nel rione Sanita il 27 novembre 1938 e morto a Roma pochi mesi fa, il 18 febbraio 2017, a 79 anni). Perciò mi sembra corretto dire sinceramente quali siano i motivi, in parte stupidi e in parte ragionevoli, alia radice del mio, superato, pregiudizio.
Cominciamo dalle stupiaggini. Confesso di essere stato invidioso, da ragazzo, del suo incredibile successo con le donne. La bellissima Claudia Cardinale è stata la conquista più celebre di Squitieri e
– voglio giustificarmi! – credo che mia invidia antipatizzante fosse condivisa da milioni di italiani. La Cardinale non è stata certo un’eccelsa attrice, ma ha avuto la fortuna di essere scelta e valorizzata da grandi registi, in primis Luchino Visconti nel Gattopardo. Ma anche da Mauro Bolognini, Mario Monicelli, Pietro Germi, Luigi Comencini, Damiano Damiani, Claude Lelouch… perché era di ineguagliabile bellezza: radiosa, fresca, pulita, mediterranea. Il sogno di tutti i giovani (e non solo) italiani. Dicevano che la mia prima moglie le assomigliasse un po’ e questo mi inorgogliva (capitemi, avevo vent’anni). Tuttavia cosa diavolo la Cardinale avesse potuto trovarci, in Squitieri, è tuttora un mistero. Ma questo è, per me, il fascino delle donne: l’incompresibilità (e imprevedibilità).
Naturalmente mi sono fatto un’idea: Pasquale Squitieri era un guascone arrogante, più esplicitamente un uomo con due palle di acciaio, un carattere aggressivo e protettivo, altruista verso amici e amiche, raraamente per sé. Questo temperamento piace molto a tutti (anche a me), e in particolare alle donne. E comunque sia, negli anni Settanta, fu addirittura Claudia a cercare Pasquale. Lei non ha mai dato una spiegazione profonda del suo impulso amoroso. «Era un uomo ruvido», ha detto. «Mi urtava e mi attrreva, mi prendeva dentro». E ha confidato: «Lui si trovava a New York per lavoro ed era circondato da tante belle donne, io non avevo neanche il suo numero. Conoscevo però un artista suo amico che al telefono mi rispose: “Te lo passo è qui accanto a me”. Poi presi l’aereo e lo raggiunsi. Lui venne ad accogliermi all’aeroporto e mi disse: “Sei venuta a cercarmi!”. Era proprio vero: l’ho cerato io l’ho scelto come l’uomo della mia vita». E cosi, come in un film o in un romanzo cominciò la loro lunga, e bella, relazione. Lei recitò in dieci film diretti da lui. «Pasquale era molto esigente. I suoi film erano impegnati, con forti e pesanti denunce. Ma mi ha sempre lasciata libera. E io gli sonostata sempre vicina». Trent’anni quasi insieme: passione, lavoro, complicità e molte, moltissime litigate. Con segreti mai rivelati.
Si separarono nel 1999, la spiegazione ufficiale è debole: la Cardinale voleva vivere a Parigi («In Italia non sopportavo l’assedio dei paparazzi»), lui no, ma ci provò per qualehe mese. Forse, semplicemente, l’amore si era esaurito. La Cardinale non aveva mai voluto sposarsi. Ebbero una figlia, che Pasquale volle chiamare Claudia, ovvero Claudine, che avrebbe assunto il suo cognome, per dare un sigillo al loro rapporto. Da separati, mantennero un rapporto affettuoso, pressoché quotidiano, con incontri e lunghe telefonate.
Squitieri in gioventù aveva avuto una prima moglie, la studentessa diciottenne Silvana Filotico, e da lei tre figli maschi: Paolo, Vittorio e Mario. Come ho gia scritto, ha avuto un grande successo con le donne (era uno sciupafemmine, hanno scritto). Ma oltre a Claudia Cardinale il suo unico grande amore fu Ottavia Fusco. Per Ottavia avevo sentimenti di stima, simpatia e amicizia e fu allora che, finalmente, mi incontrai qualche volta con Squitieri. Prima di parlarne pero vorrei ricordare i motivi alia base della mia diffidenza: gli eccessi, verbali e comportamentali, e le contraddizioni, nella carriera cinematografica e in politica. Per gli eccessi verbali, basta ricordare l’invettiva verso Mario Borghezio, leghista, europarlamentare: «Mi fa schifo, bisognerebbe eliminarlo fisicamente!». Lo paragonò ai criminali nazisti, processati a Norimberga. Una volta, impegnato in una serie di ritratti monografici per la Rai, voleva dedicare una puntata a Leopoldo Mastelloni. E il direttore della terza rete, Giuseppe Rossini, lo ammonì: «Non puoi farlo, quello è frocio». Squitieri gli rovescio addosso tutto quello che trovo sulla scrivania e se ne andò gridando: «Anche Rock Hudson è frocio, stronzo!»
Un’altra volta, una giornalista della Rai gli rivolse una domanda personale e scomoda e luile grido: «Sei una cicciona inguardabile e devo pure offrirti il buffet!». Mi sconcertavano anche gli eccessi nei comportamenti: una volta, da giovane, fu arrestato (e poi assolto) per una rissa con un poliziotto, che aveva insultato, a suo dire, I’attrice Anna Maria Guarnieri. Sorvolo invece su una condanna a un anno di carcere (sconto 5 mesi) per peculate, avendo autorizzato il pagamento di un assegno falso, quando era impiegato al Banco di Napoli (una leggerezza giovanile, si dice, e anch’io presumo).
Da adulto, chiuse inuna stanza del Senato nientedimeno che Gianni Agnelli e gli gridò: « Secondo te, ce l’ho un coltello in tasca o no? Ti apro in due come un maiale…». L’Avvocato si salvò grazie alle guardie di sicurezza. Lo chiamavano «il ragazzo con la pistola» per la sua abitudine di girare armato. Qualehe volta sparò, anche, ai paparazzi che infastidivano lui e le sue donne, perfino sotto casa. «E vero che ho insultato, aggredito e anche picchiato e a volte sparato», ha detto «ma sempre per difendere qualcuno, mai me stesso».
Le contraddizioni: nella vita politica e nel cinema cambiò spesso opinioni e ispirazione, da atteggiamenti e scelte di ultrasinistra ad alcuni film in stile spaghetti western, firmati prudentemente con uno pseudonimo (William Redford). I titoli dicono tutto: Django sfida Sartana e La vendetta è un piatto che si serve freddo. Fino a pellicole di estrema destra, come Claretta, incentrato con indulgenza sulla figura della Petacci, ultima amante di Benito Mussolini. II film fu presentato alia Mostra di Venezia e tre membri della giuria minacciarono di dimettersi: Giinter Grass, Rafael Alberti e Evgenij Aleksandrovic Evtushenko. La dilagante critica militante della sinistra non gli perdonava niente e lo trattava come un dilettante alio sbaraglio, un rozzo opportunista: l’affronto piu grave, da parte di Squitieri, dopo i suoi iniziali entusiasmi sinistreggianti, era stato quello, nel 1994, di candidarsi nelle file di Alleanza nazionale e di essere eletto senatore. Negli anni giovanili aveva solidarizzato pubblicamente con le inchieste dell’Espresso e di Lotta continua. Si era addirittura impegnato a combattere un giorno contro lo Stato, armi in pugno. Poi, fu vicino ai radicali e negli ultimi anni si defini un berlusconiano deluso da Gianfranco Fini. Ci sono state pero anche molte cose che mi piacevano, di Squitieri.
Ad esempio, quando ha detto: «Il problema non sono io che devo essere libero, per sentirmi vivo. Il problema sono gli altri. Sono le etichette, i conformismi. La riflessione piatta e banale». In tutto firmo 27 film, con una partenza incoraggiante: Io e Dio, come regista e sceneggiatore, nel 1969, con la produzione del suo idolo, Vittorio De Sica. Poi passa a film incentrati sui rapporti tra mafia, politica e Stato: Il prefetto di ferro (1977) è probabilmente la sua opera migliore.
Nel 2003, quattro anni dopo la separazione da Claudia Cardinale, incontra per caso in un bar Ottavia Fusco, la donna che gli rimase accanto, con tenerezza e pazienza, fino alia fine. Squitieri ha raccontato: «Ottavia e io ci siamo conosciuti per caso in una calda serata d’estate, in un bar, e sono stato subito colpito da lei. Siamo stati in giro una notte intera fino all’alba e non ci siamo piu lasciati. Mi è stata accanto con dedizione: fra il 2007 e il 2010 ho lottato contro un tumore che mi aveva colpito ai polmoni».
Queste parole tenere, certamente consapevoli e sincere, sono in contrasto con terribili, violente scenate che Ottavia ha avuto il merito di accettare e sopportare. Ne sono stato testimone. Una volta, a pranzo in una trattoria di Castelnuovo di Porto, un paesino attiguo a Roma, dove si erano rifugiati, per difficolta economiche (a Squitieri avevano sospeso, dopo la condanna, il vitalizio di ex senatore), Pasquale senza ragione proruppe in una serie di insulti, anche osceni, ingiungendole di sparire dalla sua vita. A voce alta, mettendo in imbarazzo, urlando, me e altre persone sedute nei tavoli vicini. Era noto per i suoi cambiamenti e scatti di umore e negli ultimi tempi le sue condizioni di salute avevano peggiorato le cose. Ammirai ancora una volta la capacita di Ottavia di mantenere la calma. E nel 2013, dopo dieci anni di convivenza, si sono sposati. Pasquale aveva subito un pesante incidente stradale, nel 2015 era stremato dalla paralisi, ridotto a muoversi in carrozzella.
Ed eccoci all’ultimo capitolo. Ottavia Fusco e Claudia Cardinale in questi giorni recitano insieme in un’irresistibile commedia di un mago del teatro, Neil Simon: La strana coppia. Cardinale e Fusco interpretano, al femminile, gli stessi ruoli di Jack Lemmon e Walter Matthau: tutti ricordiamo, credo, quella splendida interpretazione. Ottavia (Matthau) è disordinata, single, gioca a poker con le amiche… Claudia (Lemmon) dopo la separazione le irrompe in casa, maniaca dell’ordine, del rigore e della pulizia.
Non sono influenzato dall’amicizia: Ottavia è una donna intelligente, serisibile, di forte ed equilibrata personalità; un’attrice e cantante di qualita, eclettica. Non ha avuto la fortuna, al contrario di Claudia Cardinale, di trovare grandi registi in grado di valorizzarne le doti. Mettere in scena fianco a fianco le due donne della sua vita, e dirigerle, era un sogno di Squitieri. Il destino non gliene ha dato il tempo. Claudia, oggi quasi ottantenne, e Ottavia, di quasi trent’anni piu giovane, lo hanno accontentato. Fantastico finale! Ecco perché adoro le donne, anche per questo: hanno generosità, romanticismo e talento, rispetto a noi maschi, di superiore livello. «La strana coppia» è in scena.