Un secondo dipendente di Volkswagen è stato condannato a una pena carceraria per il suo ruolo giocato nello scandalo emissioni esploso negli Stati Uniti nel settembre 2015 e che costrinse il gruppo tedesco a un mea culpa riguardante quasi 11 milioni di vetture.
Oliver Schmidt, cittadino tedesco 48enne, ieri si è presentato in un tribunale di Detroit (Michigan), dove un giudice ha pronunciato la sentenza a suo carico: dovrà trascorrere 7 anni dietro le sbarre (periodo a cui verrà sottratto il tempo già trascorso in prigione, dove finì a gennaio) e pagare una multa di 400.000 dollari. E’ esattamente quello che rischiava quando lo scorso agosto si dichiarò colpevole.
Dal 2014 all’inizio del 2015 aveva lavorato da Ann Arbor (Michigan) come capo dell’ufficio per l’ingegneria e l’ambiente di Volkswagen in America. Era accusato di avere contribuito a imbrogliare funzionari Usa e consumatori con veicoli a motore diesel su cui era stato montato volutamente un software illegale pensato per permettere a VW di superare i test da laboratorio sulle emissioni condotte dal governo Usa.
ItaliaOggi