Il Global compact prevede un impegno per assicurare flussi “sicuri, ordinati e regolari”. Il presidente: “Incompatibile con la nostra politica migratoria”
Donald Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dal Global compact, il patto dell’Onu per migliorare la gestione mondiale di migranti e rifugiati. Le linee guida del progetto vengono ritenute dal presidente americano “incompatibili” con le sue idee politiche. L’annuncio è stato dato dai rappresentanti di Washington alle Nazioni Unite: “Oggi – si legge in una dichiarazione – la missione degli Stati Uniti presso l’Onu ha informato il suo Segretario generale che gli Stati Uniti stanno concludendo la loro partecipazione al Global Compact on Migration”. L’annuncio arriva alla vigilia del vertice mondiale che si terrà dal 4 al 6 dicembre a Puerto Vallarta, in Messico. “Le nostre decisioni sull’immigrazione devono essere sempre prese dagli americani e solo dagli americani”, ha affermato l’ambasciatrice americana all’Onu, Nikki Haley.
Il patto promosso dall’Onu era stato lanciato nel corso del summit straordinario su migranti e rifugiati del settembre 2016. Prevede un impegno internazionale per “una migrazione sicura, ordinata e regolare”, con un programma che deve essere definito entro il 2018. Tra i principali sostenitori c’era stato Barack Obama. E tra le premesse del documento preparatorio veniva sottolineato che in situazioni di viaggi lunghi, costellati di abusi e violenze risulta difficile una distinzione netta tra rifugiati e migranti economici. Due aspetti che non potevano attirare le simpatie di Donald Trump.
Nel luglio scorso, al vertice del G20 di Amburgo, il premier italiano Paolo Gentiloni aveva invece affermato l’importanza del “global compact”, ribadendo di “investire in Africa per lo sviluppo e contro le conseguenze del cambiamento climatico, stabilizzare la Libia, combattere i trafficanti”.
Quello sul patto per i migranti e i rifugiati è un nuovo strappo dell’amministrazione Trump rispetto alle Nazioni Unite. Nell’ottobre scorso la decisione di uscire dall’Unesco a partire dal 2019: in quel caso Trump contestava all’organismo internazionale di mostrare “pregiudizi anti-israeliani”. E nel 2016 gli Stati Uniti hanno annunciato anche la volontà di abbandonare gli accordi di Parigi per il clima, sottoscritti un anno prima nella conferenza annuale della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.