Sughi e pizze già preparati. Gli alimenti “processati” subiscono tante lavorazioni e contengono sostanze non proprio benefiche. Non sono tutti da evitare, ma serve un piano detox a base di prodotti freschi
Sono indubbiamente pratici e per molti una soluzione cui è difficile rinunciare. Sì, perché gli alimenti comunemente detti “processati” sono pronti da mangiare e spesso risolvono pranzo e cena di chi non ha tempo né di fare la spesa né di cucinare. Però, un prezzo da pagare c’è e non è soltanto monetario: la salute, infatti, è messa a dura prova da un’alimentazione che anche da noi comincia a essere più a base di cibi conservati che freschi come vorrebbe la dieta mediterranea. Ecco perché serve una fase detox ma non per dimagrire (effetto che arriva comunque) quanto piuttosto per depurarsi da tutto ciò che contengono questi alimenti trattati industrialmente.
·QUALI SONO GLI ALIMENTI “PROCESSATI”
Per chi va a fare la spesa al supermercato, la distinzione si limita spesso a cibo fresco o conservato, ma in realtà i livelli di lavorazione e conservazione dei vari cibi possono essere diversi. Cosa significa allora ‘alimento processato‘? Si tratta del cibo destinato alla produzione di massa che, attraverso una lavorazione industriale, viene confezionato in lotti uguali in tutto il mondo, che ha una lunga vita da scaffale (o da freezer o frigorifero) e contiene additivi che lo mantengono emulsionato (cioè fanno sì che la parte grassa e quella acquosa restino mischiate, anziché separarsi).
·PERCHÉ LIMITARLI
Insomma, questi alimenti hanno ben poco di naturale. Infatti, per rendere possibile il ‘ragù della nonna’ in cinque minuti, è necessario aggiungere un gran numero di sostanze: “I cibi ultra-processati sono quelli più manipolati dal punto di vista nutrizionale con sale, zucchero e grassi aggiunti” spiega Loreto Nemi, dietista e nutrizionista, docente al master di I livello in nutrizione dell’università Cattolica di Roma. Vanno limitati il più possibile anche perché in genere sono molto calorici: “Inoltre, sono ricchi di acidi grassi omega-6 che hanno un effetto infiammatorio sull’organismo e si contrappongono ai grassi omega 3 che invece hanno un’azione protettiva”.
·GLI ADDITIVI ALIMENTARI
Insieme al sale e ai ‘grassi cattivi’, gli additivi alimentari sono tra le peggiori sostanze contenute nei cibi industriali e potenzialmente più dannose per la salute: “Per esempio, nelle zuppe pronte c’è il glutammato monosodico che è un esaltatore di sapidità” fa notare Nemi. Alcuni additivi alimentari possono avere degli effetti sulla salute. “Nel breve termine – spiega Patrice Halimi, chirurgo pediatrico e segretario generale dell’Asef (Association Santé Environnement France) nel suo libro ‘Super Detox, come liberarsi da ciò che è tossico o nocivo’ (Sperling & Kupfer) – il glutammato monosodico (E621) che dà più sapore a molti alimenti tra cui le zuppe pronte e il surimi, può provocare sensazioni di bruciore, nausea o vertigini subito dopo averlo ingerito. Nel lungo termine, i solfiti, numerosi nel vino, nel sidro e in alcune marmellate, possono irritare il tubo digerente”.
·NON SONO TUTTI UGUALI
Tutti buoni motivi per cercare di mettere in pratica ciò che tutti ormai sappiamo e cioè che dovremmo mangiare più frutta e verdura fresche e meno cibi conservati. Ma gli alimenti non sono tutti uguali. Alcuni dei prodotti alimentari conservati possono comunque essere utili per aiutarci a mangiare più verdura. Come ha scritto di recente la storica dell’alimentazione Rachel Laudan sulla rivista americana Jacobin Magazine, questi cibi ci permettono una maggiore scelta e inoltre alcune tecniche di conservazione, come il sottovuoto o la surgelazione, ci danno la possibilità di averli sempre a disposizione senza intaccarne i principi nutritivi. Mentre l’uso di alcuni conservanti naturali (come gli antiossidanti) tiene alla larga i batteri alimentari senza rischi per la salute. “Un tipico esempio sono la frutta e le verdure già pulite e lavate o le insalate pronte da mangiare” dichiara Nemi.
·SURGELATI PROMOSSI
Anche i surgelati possono rientrare tra gli alimenti che ci aiutano a mangiare bene a patto di puntare su alimenti semplici, come il minestrone oppure la verdura pulita e già pronta. “La surgelazione – spiega il nutrizionista – permette di conservare a lungo i cibi, senza aggiungere additivi e conservanti. E siccome viene eseguita a poche ore dal raccolto, preserva quasi tutti i principi nutritivi di un alimento. Questo non vale per i piatti pronti, però. Spesso per esaltare il sapore, le aziende aggiungono sale e glutammato oppure utilizzano grassi di bassa qualità”, spiega Nemi.
·DETOX PER GRADI
Dunque, qualcosa dei prodotti processati si può salvare ma l’obiettivo deve essere comunque quello di mangiare il più possibile alimenti freschi. Per disintossicarsi, serve un piano che inizi gradualmente. “Se siamo abituati a mangiare alimenti conservati e lavorati industrialmente – suggerisce Nemi – è inutile e persino controproducente modificare brutalmente il menù, pretendendo di mangiare da un giorno all’altro solo cibi freschi. Sarebbe inevitabile abbandonare dopo pochi giorni. Meglio iniziare per gradi, magari a cena e a colazione per poi cambiare piano piano tutta l’alimentazione”.
·UNA MELA A COLAZIONE
Per riabituare gradualmente l’organismo a mangiare in modo sano, si può provare ad aggiungere una banana o una mela a colazione o come uno spuntino o una verdura a pranzo. “Pian piano – suggerisce il nutrizionista – bisogna fare in modo che metà del piatto a pranzo e cena contenga frutta e verdura. Basta aggiungere un’insalata appena preparata a un pasto per migliorare l’equilibrio nutrizionale”. E poi – sempre gradualmente – bisogna abituarsi a mangiare un po’ più sciapo, il che vuol dire aggiungere meno sale quando cuciniamo, così i piatti freschi non ci sembreranno meno saporiti in confronto con quelli conservati che sono pieni di sodio.
·CIBI INTEGRALI
Un’altra strategia per disintossicarsi è sostituire i vari alimenti raffinati con quelli integrali: “Pasta e pane ma anche riso sono preferibili nella loro versione integrale perché sono più nutrienti e inoltre saziano di più” precisa Nemi.
·PIANIFICAZIONE SETTIMANALE
Se il motivo per cui abusiamo di cibi industriali è che non abbiamo molto tempo per fare la spesa e cucinare, allora serve una buona pianificazione. “Nel fine settimana, si possono preparare degli snack sani da usare poi come spuntini durante la settimana. Per esempio, carote e sedano già puliti e porzionati insieme a yogurt greco e hummus. Vanno bene anche dei mix con frutta secca e noccioline” aggiunge l’esperto.
·TANTA ACQUA
Per depurarsi resta fondamentale bere tanta acqua. Cosa non facile specie d’inverno, quando viene meno lo stimolo della sete. Come rimediare? “Senz’altro bisogna evitare tutte le bibite zuccherate e gassate che rientrano nei prodotti industriali da cui disintossicarsi – avverte Nemi – l’acqua resta la bevanda ideale ma per renderla più gradevole si può aromatizzare aggiungendo succo fresco di pompelmo, arancia e limone. Con il freddo si può aumentare anche il consumo di tè e tisane ma senza aggiungere zucchero”.
Irma D’Aria, Repubblica.it