Pietra di due chili lanciata da un cavalcavia della tangenziale di Torino
«Sono ritornato a casa, da Torino a Foggia, e ancora mi tremavano le gambe. Avevo dei pezzi di vetro fino nelle scarpe ma almeno sono vivo». Arcangelo Antonacci è un camionista di 48 anni e ha ragione a sentirsi fortunato. Venerdì un sasso di oltre due chili gli ha sfondato il tetto in vetro della motrice. La pietra, deviata dalla tenda parasole dell’abitacolo, lo ha sfiorato e si è fermata alla destra del sedile, in fondo all’abitacolo. Ancora sassi lanciati dal cavalcavia. Questa volta a Torino. Sulla tangenziale Sud, poco prima dell’ingresso dell’Interporto Sito: quasi tre milioni di metri quadrati tra magazzini, piazzali di smistamento e binari collegati alla linea ferroviaria che corre verso la Francia.
Il ponte di strada del Drosso è poco prima dell’ingresso al centro logistico. E Arcangelo, i presunti lanciatori, è sicuro di averli visti. «Tre, quattro ragazzi. Con le biciclette». Lui era alla guida di un bilico che doveva caricare carta e plastica. In coda all’ingresso, è passato lento sotto le barriere che si affacciano sulle corsie. Blocchi di cemento armato e grate d’acciaio alte meno di due metri. Non abbastanza, insomma, per evitare che qualcuno possa sollevare sopra la propria testa un masso e lanciarlo giù, contro auto e camion di passaggio. Tanto basse da riuscire quasi a prendere la mira, puntando una motrice che si muove a passo d’uomo, incolonnata tra gli altri bisonti della strada.
Subito dopo l’impatto, Antonacci ha preso il telefono e si è fatto passare la polizia stradale. Agli agenti ha consegnato la pietra e un sacchetto pieno zeppo dei frammenti del tettuccio di vetro. Ha raccontato quello che aveva visto, cercando di ricordare qualsiasi dettaglio che possa rendere riconoscibili quei ragazzi. Trovarli non sarà facile, ma i poliziotti stanno già controllando se la loro fuga, oppure l’arrivo su quel cavalcavia nei minuti precedenti al lancio, siano stati ripresi da qualche telecamera della zona.
Intanto, ieri la Polstrada ha inviato una prima relazione di quanto accaduto alla procura, dove è stato aperto un fascicolo per lancio di oggetti pericolosi e danneggiamento. Almeno per ora, a carico di ignoti. Chi potrebbe essere stato? Di fatto chiunque. Perché la strada che arriva al ponte corre dritta per chilometri fino a Mirafiori, uno dei quartieri più popolati della periferia Sud di Torino. Dall’altro lato, invece, si perde tra i paesi della prima cintura attraversati dal fiume Sangone. E, fino a ieri, di quei giovani in bicicletta non era ancora chiara nemmeno la direzione di fuga.
La paura degli investigatori, però, riguarda soprattutto il movente. Perché il gesto di venerdì arriva subito dopo i fatti successi vicino a Milano, dove una donna è morta di infarto, forse provocato dalla paura di un sasso lanciato nell’abitacolo dell’auto su cui viaggiava. Il rischio è che si tratti di semplice, e folle, emulazione. Ma è anche vero che i sassi lanciati dai cavalcavia, su tangenziali e autostrade, non sono una novità nemmeno dalle parti di Torino. Due automobili erano state centrate nemmeno un anno fa. Una Golf a Beinasco e una Lancia Thema a Carmagnola: entrambi gli automobilisti erano rimasti illesi. Sempre nel 2016, ad aprile, un’utilitaria era stata raggiunta da un oggetto metallico proprio all’altezza dell’Interporto Sito. Gli occupanti, due giovani, erano stati feriti dalle schegge. E dei responsabili non si era mai saputo nulla.
Federico Genta, La Stampa