Madre Teresa di Calcutta aveva un conto corrente allo Ior talmente grande che, si dice, se lo avesse chiuso l’istituto avrebbe rischiato il default. Gianluigi Nuzzi spiega cosi’, conversando con l’Agi prima della conferenza stampa ufficiale, uno dei temi principali del suo libro, ‘Peccato originale’ in uscita per Chiarelettere. “In Vaticano c’e’ un blocco di potere che ostacola l’azione riformatrice di Francesco cosi’ come ha fatto con Benedetto XVI – spiega il giornalista – esisteva con Marcinkus e la sua gestione parallela dello Ior ed esiste ancora oggi”. Cosa c’entra questo ‘blocco’ con la santa di Calcutta? “Il suo conto nella banca del Vaticano e’ la prova che questi signori erano e sono tuttora all’interno della curia e di loro ci si fida. Lo ha fatto anche madre Teresa che, si racconta, entrava allo Ior da una porta secondaria ed era accolta da monsignor De Bonis, il braccio destro di Marcinkus”. Nel libro, Nuzzi scrive che quando Paolo VI nomino’ il prelato americano presidente dell’istituto di credito vaticano nel 1970, questi volle al suo fianco monsignor De Bonis. “Da quel momento l’asse di potere si rafforzo’ giorno dopo giorno – si legge nel libro – De Bonis era un fine conoscitore di ogni meandro segreto della banca. E si muoveva con destrezza nei sacri palazzi, mostrando piu’ familiarita’ con il jet set del cinema che con le anime bisognose di conforto dei fedeli, piu’ affinita’ con gli uomini dei palazzi romani che con i poveri di madre Teresa”.