L’ex premier pensa al modello Musumeci, il giornalista per ora risponde: “No, grazie”
Il senso del ragionamento era più o meno questo: «Non possiamo farci dettare legge dalla Meloni né tanto meno da Salvini, soprattutto a Roma». Certo, il patto di coalizione in vista dei prossimi appuntamenti elettorali è ancora tutto da definire e la discussione verterà innanzitutto sulla formazione delle liste e delle candidature nei collegi uninominali, dove ciascuno dei big cercherà di opzionare i seggi più sicuri. Ma subito dopo si dovrà affrontare la partita regionale, con il Lazio (visto che la Lombardia è già ipotecata da Roberto Maroni) al centro dei giochi.
Ed è qui che Berlusconi farà sentire tutto il suo peso: una lista di desiderata già messa nera su bianco. In cima alla quale ci sarebbe il conduttore di Matrix Nicola Porro, un giornalista sotto i 50 e di bell’aspetto, che verrebbe preferito al collega Paolo Liguori. Sulla scia dei tanti mezzibusti che, mixando appeal e notorietà televisiva, hanno sfondato in politica: riuscendo anche ad accomodarsi, da Badaloni a Marrazzo, sulla poltrona da governatore.
«Sì, qualche segnale mi è arrivato, me l’hanno fatto capire», conferma Porro senza voler tuttavia fornire dettagli, «ma io non ci penso proprio, gliel’ho pure detto. Faccio il mestiere più bello del mondo e vorrei continuare». In alternativa, la potente corrente di Antonio Tajani ha già pronto l’asso su cui puntare: il presidente della FIN ed ex senatore azzurro Paolo Barelli. Senza però escludere altri colpi di scena.
Quel che è sicuro è che Berlusconi, dopo un iniziale innamoramento, di Sergio Pirozzi non vuol più sentire parlare. Specie dopo che il sindaco di Amatrice, sulla carta esponente di FdI, si è messo sotto l’ala protettrice di Salvini che lo ha subito sponsorizzato. «La Lega vuole farne il suo runner del Centro- Sud, l’uomo in grado di far sfondare il Carroccio sotto l’Arno. E questo è un regalo che non possiamo fargli», spiega un deputato forzista. Secondo cui «il presidente potrebbe cedere solo se a correre fosse la Meloni». Su cui il pressing non s’è mai fermato.
Pirozzi però non sembra aver intenzione di mollare. E, dopo lunga esitazione, avrebbe ora deciso di annunciare la nascita di una lista civica, probabilmente con il suo nome e uno scarpone come simbolo, da lanciare nell’agone regionale. Se per una gara solitaria o in appoggio di chi, resta ancora da vedere. La speranza è convincere i potenziali alleati ad accodarsi. Il bis del modello Musumeci, per intendersi. Al quale potrebbe aspirare anche il deputato FdI Fabio Rampelli.
Dalla sua tuttavia Pirozzi avrebbe alcuni sondaggi lusinghieri. Utili a dimostrarne capacità attrattiva e abilità nello svuotare il campo avversario: se infatti la metà dei suoi elettori vota com’è naturale centrodestra, il 40% verrebbe dal M5S e solo il 10 dal centrosinistra. Ma, specie dopo l’exploit di Ostia, destra e grillini devono temere anche un altro “nemico”: Casa-Pound. Che ieri ha annunciato il suo candidato per il Lazio: Mario Antonini, coordinatore regionale del movimento neofascista. Musica per le orecchie di Zingaretti.
Giovanna Vitale, Repubblica.it