Nasce a Milano e punta a unire chi si trova nello stesso posto e ha particolari bisogni o interessi
Hibye è un social network nato da una startup milanese. L’idea è di spingere le persone ai rapporti reali, quelli fra gente in carne e ossa, partendo però dalle conoscenze virtuali. Insomma, vuole facilitare gli incontri. Un po’ come succede in Tinder o altre applicazioni simili, solo che in questo caso l’obiettivo è diverso: le conoscenze servono per soddisfare bisogni comuni o unire interessi.
Per ora la startup dà lavoro a un ristretto gruppo di giovani milanesi, tra cui il fondatore Pietro Miconi. «L’idea di base – spiega Elena Bonomi, responsabile marketing di Hibye – è di dare vita a uno strumento affinché tutti possano crearsi un proprio network di conoscenze reali».
L’app è un facilitatore sociale che unisce persone fra loro vicine che ancora non sanno di avere le stesse necessità o gli stessi interessi. Ad esempio, si può condividere un taxi, trovare compagnia a un concerto o ricevere consigli sui ristoranti dei dintorni.
Hibye, disponibile gratuitamente sia per Android sia per iOS, si basa sulla geolocalizzazione. Chi ha una qualche necessità la può condividere in una bacheca virtuale, in attesa che qualcuno nelle vicinanze si faccia vivo per soddisfarla. In quel caso viene inviato un “Hi”, un “ciao”, che corrisponde a una richiesta di chat. Se viene accettata, inizia la conversazione virtuale. Almeno fino a quando uno dei due non decide di interromperla inviando un “bye”, un “arrivederci”. Con la speranza che nel frattempo la conoscenza virtuale sia diventata reale.
Daniele Erler, La Stampa