Lettere di compliance senza risposta. Solo il 2,23% dei contribuenti ha dato un riscontro alla verifica di anomalia sull’Iva evidenziata dall’agenzia delle entrate con la comunicazione ad hoc. Con la fatturazione elettronica obbligatoria anche tra privati, a partire dal 1° gennaio 2019, la situazione, secondo i tecnici del ministero dell’economia, dovrebbe migliorare, con un aumento del 4% in termini di potenziamento di tax compliance. È quanto emerge dalla relazione tecnica di accompagnamento alla manovra di bilancio incardinata ieri in commissione bilancio del Senato. L’obbligatorietà della fatturazione elettronica dovrebbe portare un aumento di entrate nelle casse dello stato pari a 2,05 mld di euro.
Ma i tecnici vanno oltre le previsioni. Nella disamina della norma, infatti, secondo i dati del ministero dell’economia «le ultime stime del Vat gap, il potenziale recupero Iva, imputabile alle transazioni B2B e B2C tra soggetti che non operano con la p.a., è pari a 13,2 miliardi. Tale ammontare si ripartisce in 9,7 miliardi, derivanti dalle transazioni B2B tra soggetti che non operano con la p.a. e non effettuano cessioni a consumatori finali, e 3,5 miliardi, imputabili prevalentemente alle transazioni al consumo finale».
Dunque ammonta a 3,5 mld l’evasione della fattura al consumatore finale.
Il recupero dei due miliardi con la fatturazione elettronica obbligatoria, secondo le previsioni è articolato in 0,39 miliardi derivanti dal miglioramento della tax compliance; 0,84 miliardi derivanti dall’acquisizione più tempestiva delle informazioni veicolate tramite la fattura elettronica; 0,36 miliardi derivanti dal contrasto ad attività fraudolente.
L’incremento di gettito Iva, dovuto alla eliminazione dei fenomeni evasivi contrastati dalla misura, risulta quindi pari complessivamente a circa 1,6 miliardi di euro.
Alle stime del recupero di gettito Iva sopra indicate si associa un recupero anche in termini di imposte dirette pari a 0,289 euro per ogni euro di Iva recuperata.
L’effetto indiretto della fatturazione elettronica, secondo le previsioni, determinerà una compressione dei tempi necessari al fisco per venire a conoscenza dell’esistenza di una società cartiera.
Le indagini, come scrivono dal Mineconomia, coprono, al momento un arco temporale di 18 mesi circa. «A seguito dell’introduzione dell’obbligo di comunicazione dei dati delle fatture di cui al decreto legge n. 193 del 2016 è ragionevole presumere che tale tempistica si sarebbe ridotta fino a sei mesi». Con l’adozione della fatturazione elettronica, un’ulteriore contrazione, nei tempi di controllo, fino a tre mesi
Cristina Bertelli, ItaliaOggi