Appartamenti fantasma, alberghi fatiscenti e mancato igiene generale. Questa mattina l’imprenditore bresciano Angelo Scaroni è stato arrestato e messo ai domiciliari per truffa ai danni dello Stato nell’ambito della gestione dei profughi. Scaroni, in passato aveva vinto alcuni bandi aperti dalla Prefettura di Brescia per l’accoglienza dei migranti, ma in alcuni casi le strutture indicate erano inesistenti e i profughi sarebbero stati addirittura ammassati in spazi molto stretti e completamente inadatti rispetto ai criteri richiesti.
L’imprenditore bresciano, 43 anni e molto attivo soprattutto nella vendita del pellet, riusciva a guadagnare sino a settemila euro al giorno con il sistema messo in atto. Già nello scorso giugno la Procura di Brescia aveva aperto un’inchiesta con ipotesi il reato di truffa allo Stato contro lo stesso Scaroni che all’epoca si era professato estraneo ai fatti. L’uomo di fatto è proprietario di ben quaranta strutture sparse tra la Bassa bresciana, la Val Sabbia e il Lago di Garda, compreso un ex resort di lusso a Desenzano nel quale alloggiano ora diversi migranti. Persino gli sfortunati profughi giunti a Carpeneda di Vobarno e vittime il 2 luglio del lancio di molotov da parte di ignoti erano arrivati in Val Sabbia proprio grazie a uno dei bandi vinti da Angelo Scaroni.
Per quell’episodio di violenza che fortunatamente si concluse senza feriti le indagini brancolano tutt’oggi nel buio. L’arresto di questa mattina è soltanto l’ennesima tegola giudiziaria nei confronti di Scaroni poiché lo scorso 5 aprile il suo deposito di pellet a Novagli di Montichiari fu distrutto da un gigantesco incendio sviluppatosi per cause mai chiarite.
Federico Gervasoni, La stampa