In molte zone d’Italia i riscaldamenti stanno per accendersi. Enea ha stilato un decalogo per non disperdere il calore e pagare bollette meno salate
In buona parte d’Italia è arrivato – o sta per arrivare – il momento di accendere i termosifoni. E da quest’anno c’è un’importante novità: nei condomini con impianto centralizzato ogni appartamento dovrà dotarsi di contabilizzatori del calore e termovalvole per regolare la temperatura di ogni unità.
Lo scopo di questa misura è il risparmio energetico. Ma se vogliamo mantenere calda la nostra casa ci sono anche altri accorgimenti che possiamo prendere. Ed è l’agenzia nazionale Enea a stilare un decalogo di consigli utili.
Fare manutenzione agli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un impianto ben regolato – spiega Enea – consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro.
Controllare la temperatura degli ambienti. D’inverno la nostalgia per l’estate, con le sue vacanze al mare, è tanta. Ma non per questo bisogna riprodurre dentro casa il clima di agosto. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura fino a 22 gradi, ma ne bastano già 19 per stare bene.
Enea ricorda che per ogni grado abbassato il risparmio sui consumi di combustibile va dal 5 al 10%.
Rispettare gli orari. A seconda delle sei zone climatiche, il tempo massimo in cui i termosifoni possono restare accesi cambia. Sforare questi limiti è vietato.
Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. “È un ‘trucco’ semplice, ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore” spiega l’agenzia.
Schermare le finestre. Soprattutto quando fa buio, e le temperature si abbassano, è meglio abbassare le tapparelle o tende pesanti. Il principio è semplice: se si crea una barriera tra l’infisso e l’ambiente esterno, si riduce la dispersione termica.
Fare il check-up alla casa. Se la casa, nonostante i mille accorgimenti, continua ad essere fredda, può essere il caso di fare un controllo strutturale. “Se la costruzione è stata completata prima del 2008 – spiega Enea – probabilmente non rispetta le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici”. In quel caso un tecnico può consigliarci di isolare le pareti o sostituire gli infissi. Tra un’abitazione di classe energetica E e una di classe A la differenza di consumi è abissale: si possono arrivare a pagare 1000 euro in meno l’anno. Per sostituire gli infissi si possono sfruttare gli ecobonus, che prevedono la detrazione fiscale del 65%.
Impianti di riscaldamento innovativi. Se le spese per il riscaldamento sono troppo alte, si può valutare di cambiare l’impianto con uno di nuova generazione. Enea fa diversi esempi: ci sono le nuove caldaie a condensazione o a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata con un impianto fotovoltaico. Anche per queste soluzioni sono previste detrazioni fiscali: del 65% in caso di intervento complessivo di riqualificazione energetica o del 50% per una semplice ristrutturazione edilizia.
Termosifoni liberi. Può sembrare banale, ma è un errore che facciamo in molti: mettere un mobile troppo vicino ai termosifoni, o utilizzare i radiatori per asciugare la biancheria porta a disperdere molto calore.
Cronotermostati. Sono dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa. Applicare valvole termostatiche. Come abbiamo visto, dal 30 giugno 2017 questa non è più una scelta. Le valvole però ci permettono di concentrare il calore dove ce n’è davvero bisogno, tenendo spenti i caloriferi in stanze che utilizziamo meno spesso.
Federico Formica, Repubblica.it