Avrà una durata di 4 ore ed è stato indetto per il 27 ottobre. «La compagnia si assuma le sue responsabilità di fronte alla fuga del personale» dice il sindacato. Le altre due astensioni proclamate erano state un buco nell’acqua
Sciopero del personale di Ryanair che opera in Italia: lo ha proclamato la Fit Cisl (sindacato dei trasporti) per il 27 ottobre prossimo, avrà una durata di quattro ore e sarebbe una delle prime astensioni dal lavoro della maggiore compagnia low cost, nota fino a oggi per il suo rifiuto di accettare relazioni sindacali all’interno dell’azienda. «La fuga di massa dei piloti da Ryanair evidentemente non è servita a far capire alla compagnia irlandese che qualcosa va cambiato, inizianda dal rispettare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Per questo dichiariamo le prime quattro ore di sciopero del personale di volo» dichiara Emiliano Fiorentino, segretario nazionale della Fit-Cisl.
«L’azienda si prenda le sue responsabilità»
«Continua dunque la nostra azione a tutela dei dipendenti di Ryanair – prosegue Fiorentino – azione iniziata già da qualche anno. Il nostro lavoro mira a mettere l’azienda davanti alle proprie responsabilità relativamente ai mancati diritti e tutele dei propri dipendenti. Dispiace che la compagnia irlandese sembri non voler capire né voglia instaurare corrette relazioni industriali. E infatti si è conclusa negativamente l’ennesima procedura di raffreddamento, fatto che ci ha spinti a dichiarare lo sciopero. Oltre a ciò, a seguito dell’ultima sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso 14 settembre, stiamo valutando di intraprendere azioni legali nei tribunali competenti a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. La sentenza per le cause C-168/16 e C-169/16 ha stabilito che i dipendenti Ryanair possono adire il giudice del Paese in cui adempiono alla parte sostanziale dei loro obblighi nei confronti del datore di lavoro e non obbligatoriamente in Irlanda come pretendeva la compagnia», conclude.
Agitazione anche in Inghilterra
Come si diceva, si tratterebbe del primo sciopero che investe Ryanair, quanto meno in Italia. Nei giorni scorsi, a seguito delle polemiche che avevano investito la compagnia, costretta a numerose cancellazioni di voli poichè piloti e personale di cabina non aveva ancora potuto usufruire delle ferie, in Inghilterra erano circolati inviti informali tra i dipendenti a incrociare le braccia, in particolare tra coloro che si apprestano a lasciare la low cost irlandese per passare ad altri vettori più propensi a concedere riconoscimenti salariali e sindacali.
I precedenti: nessuna adesione
Tornando in Italia, si tratta del terzo sciopero proclamato tra il personale della società del boss irlandese Michael O’ Leary; ma nelle due precedenti occasioni (novembre 2016 e febbraio 2017) solo nel primo caso ci fu una effettiva astensione dal lavoro mentre nella seconda l’agitazione venne revocata. ««quelle proteste furono un sostanziale fallimento — aggiunge Fiorentino – perchè il clima di terrore all’interno dell’azienda e il timore di essere licenziati convinsero quasi tutti a non aderire. Stavolta ci aspettiamo una risposta diversa: molti lavoratori hanno capito che le condizioni a cui sono sottoposti sono insostenibili e che la legge, alla luce anche delle sentenze della Corte europea, li tutela alla pari degli altri lavoratori italiani». E dall’azienda che tipo di atteggiamento vi aspettate? «Una risposta più responsabile rispetto alle precedenti; Ryanair ha disertato anche l’ultimo incontro al ministero, il 17 ce n’è in calendario un altro. Da lì capiremo già se qualcosa è cambiato». Questa volta Ryanair sembra più vulnerabile alla protesta sindacale dopo i disagi provocati dalle cancellazioni dei voli e dalla brutta figura con l’opinione pubblica dopo che sono venute a galla le effettive condizioni di lavoro di piloti e assistenti di volo. A queste ultime due figure professionali è rivolto l’invito a scioperare della Fit Cisl.
Claudio Del Frate, Corriere della Sera