In Olanda una maxi-coalizione tra quattro partiti mette fine a uno stallo che dura dalle elezioni del 15 marzo
Una maxi-coalizione, formata da quattro partiti, per mettere fine a uno stallo che dura da 208 giorni. L’Olanda si appresta a risolvere così il grande problema della formazione di un governo, che attanaglia il Paese dal 15 marzo, giorno delle elezioni. La maxi-coalizione sarà formata dal Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) di Mark Rutte, il premier di centro-destra in carica dal 2010, che ha trovato l’appoggio dei centristi e ‘socioliberali’ di Democratici 66 (D66), e di due partiti di cristiani, Appello Cristiano Democratico (Cda) e Unione Cristiana (Cu).
“Credo che sia un buon accordo per formare un governo”, ha dichiarato Mark Rutte ad alcuni giornalisti a L’Aia. Il suo partito aveva raccolto il 21,3% delle preferenze, un risultato in netto calo (-5,3%) rispetto al 2012 e che, in concomitanza con la crescita di molti piccoli partiti e il crollo del Partito del Lavoro di sinistra, aveva creato uno stallo che si è protratto per quasi 7 mesi.
Il progetto di governo verrà presentato al Parlamento e, se approvato, sarà ufficializzato domani. Si tratterà poi di definire il gabinetto di governo, un processo che dovrebbe in ogni caso concludersi entro il 23 ottobre.
La coalizione, che garantirà la maggioranza in Parlamento per un solo seggio (66/130), dovrà superare alcune divergenze interne. In particolare, ci sono distanze da colmare tra D66 e Unione Cristiana in tema di moneta unica, diritti alle persone Lgbt, aborto e eutanasia. D66, su quest’ultimo tema, intende estendere la legge sull’eutanasia che oggi in Olanda si applica soltanto ai malati terminali.
Dopo il voto di marzo, Rutte aveva cercato di formare la coalizione con il Partito del Verdi, di sinistra e attento ai temi ambientali, che aveva raccolto il 9,1% delle preferenze e si era mostrato in netta crescita. Un progetto naufragato al momento di trovare un accordo sull’immigrazione.
In Olanda mai nessun governo aveva richiesto così tanti giorni per essere definito. Domani saranno passati 208 giorni dal voto, e verrà battuto il record del 1977 quando si era dovuto aspettare un giorno in meno. In assoluto, però, è il Belgio a detenere il primato: per mettere a punto il governo federale di Bruxelles dopo le urne del 2010 fu necessario attendere un anno e mezzo, per un totale di 541 giorni.
Huffington Post