La startup italiana degli investimenti online automatizzati compra i chatbot di Ernest, software in grado di studiare i dati bancari gli utenti e dialogare con loro. L’idea è allargare i servizi di consulenza finanziaria, ora che la nuova direttiva Ue sui pagamenti aprirà l’accesso ai conti corrente dei clienti
Ad accogliere le persone, costruire il loro profilo e indirizzarli sull’investimento più adatto era già un algoritmo, un robot. Ora a quel robot Moneyfarm vuole dare un più intelligenza, renderlo in grado di seguire i clienti nei meandri della loro vita finanziargiovanni dapria, dalle spese quotidiane alla pensione, e di dialogare con loro. Ernest, la giovane startup di cui oggi Moneyfarm annuncia l’acquisizione, si occupa proprio di intelligenza artificiale e chatbot, software capaci di interagire con gli uomini, in questo caso applicati al mondo della finanza. Un’integrazione ideale per l’azienda di consulenza finanziaria automatizzata (il robo-advosory), salita negli ultimi mesi al terzo posto in Europa per masse di risparmio gestite con quasi 300 milioni di euro. Una fusione tra due startup che fanno base a Londra, ma entrambe fondate da imprenditori italiani e, nel caso di Moneyfarm, con un nocciolo duro di sviluppatori che resta nel nostro Paese.
“Stiamo studiando come integrare i servizi di Ernest”, dice Giovanni Daprà, amministratore delegato e cofondatore di Moneyfarm insieme a Paolo Galvani. “Credo che i primi prodotti si vedranno tra tre, sei mesi”. Il valore dell’acquisizione non è pubblico. Non si tratta certo di una cifra enorme, probabilmente inferiore al milione di euro considerato che la startup dei chatbot è giovanissima: fondata a inizio 2016 da Niall Bellbarba, Cristoforo Mione e Lorenzo Sicilia, ha raccolto investimenti per 300 mila dollari e il suo prodotto non era ancora arrivato al lancio ufficiale sul mercato. Ma il significato dell’operazione sta più nelle prospettive di sviluppo che apre.
Da una parte conferma che Moneyfarm, dopo aver raccolto finanziamenti per quasi 30 milioni di dollari da investitori internazionali, tra cui il colosso della finanza Allianz, ed essere sbarcata nel Regno Unito, ha raggiunto un livello di maturità che le consente di acquisire altre startup più piccole, con l’idea di integrare le loro tecnologie. Dall’altra mostra la strada che l’azienda vuole seguire: automatizzare sempre di più il rapporto con i clienti, una delle chiavi con cui le startup di robo-advisory riescono a competere con il credito tradizionale, ed espanderlo al di là dell’offerta originaria di prodotti di investimento. “Vogliamo assistere il ciclo di vita completo dei risparmi”, nelle parole di Daprà.
Uno dei tre fondatori di Ernest entra a far parte del team di Moneyfarm. Ma è soprattutto la sua tecnologia che verrà integrata, “l’infrastruttura”. La sua intelligenza artificiale studia i dati bancari di un utente, gli offre suggerimenti e risponde alle sue domande su investimenti e gestione delle spese quotidiane. Un assistente personale integrato su Facebook Messenger e, in prospettiva, anche su Whatsapp. E i dati finanziari dei clienti, il sancta sanctorum dell’industria finanziaria, fra qualche settimana saranno più facili da ottenere anche per chi non ne controlla il conto corrente come le banche tradizionali: la direttiva europea sui pagamenti Psd2, che obbliga gli istituti ad “aprire” l’accesso al saldo e ai movimenti contabili a startup e aziende terze autorizzate dai clienti, è in fase di recepimento da parte dell’Italia e diventerà progressivamente operativa nel corso del 2018. Una vera e propria rivoluzione che tante imprese innovative cercheranno di sfruttare: “Con gli algoritmi di apprendimento di Ernest saremo in grado di leggere quei dati e offrire consigli di investimento sempre più raffinati”, spiega Daprà.
Filippo Santelli, Repubblica.it