Il parlamentare protagonista dello scandalo che ha coinvolto anche il sottosegretario Rossi aveva minacciato l’inviato delle Iene: “Ti faccio vedere come si ragiona al mio paese”. Il conduttore, originario dello stesso comune siciliano: “Riferimento inopportuno e gratuito”
Un’assistente che lavora per lui ma non viene pagata da un anno e mezzo. Un altro portaborse che riceve invece lo stipendio per non lavorare, assunto solo per fare un piacere a suo padre, il sottosegretario Domenico Rossi. Messo alle strette dall’inviato delle Iene, di fronte alle domande di chiarimento sulla sua condotta, l’onorevole Mario Caruso ha perso le staffe, arrivando a minacciare l’operatore del programma di Italia 1: «Vienimi a trovare dove abito e ti faccio vedere come si ragiona al mio paese», ha detto Caruso, originario di Militello in Val di Catania. Militello è anche il paese natale di Pippo Baudo.
Baudo, l’onorevole Mario Caruso del gruppo “Democrazia solidale – Centro democratico”, originario di Militello, che è anche la sua città di nascita, ha utilizzato il nome del suo paese per minacciare un operatore delle Iene.
«Lui non è di Militello, e non credo neanche che sia stato eletto lì. Forse è nato a Militello anche se chi vive lì mi dice di non conoscerlo affatto. Quindi è di Militello per modo di dire».
Effettivamente Caruso è stato eletto nel 2013 con una candidatura all’estero, nella circoscrizione Europa, in una lista a sostegno di Mario Monti. Però minacciando l’operatore delle Iene dice “vienimi a trovare dove abito e ti faccio vedere come si ragiona al mio paese”.
«Non è che io vada spesso a Militello. Anzi, a dire il vero non ci vado quasi più. Però posso dire con certezza che il mio paese non si riconosce in lui, assolutamente. Militello ha altri deputati di qualità nazionale, come Giovanni Burtone, deputato per quattro legislature e oggi sindaco della città eletto a stragrande maggioranza. Figlio di un avvocato che ha fatto la Resistenza, e per questo decorato al valore. Per la verità questo Caruso l’ho sentito nominare per la prima volta da un mio amico di Militello che ieri mi ha chiamato e mi ha poi confermato che a Militello nessuno lo conosce».
Caruso dice di poter utilizzare metodi noti del suo paese.
«Lo spirito che anima i militellesi è tutto tranne ciò che dice Caruso, che indegnamente si riferisce al suo paese d’origine. Il riferimento ai metodi militellesi è inopportuno e gratuito: Militello è una città molto pacifica e anche colta, è parte del circuito del Barocco, ha le più belle chiese barocche della Val di Noto, e io ho firmato il manifesto per fare Noto capitale della Cultura. La nostra città ha espresso politici di serie A e personaggi della cultura e della scienza come Ettore Majorana, il fisico che faceva parte del gruppo dei ragazzi di via Panisperna, poi scomparso. Uno scienziato di grandissima fama».
Nell’intervista Caruso sbaglia i congiuntivi, oggi c’è anche un problema di selezione della classe politica?
«Se facessero un’analisi grammaticale elementare, da terza media, ai discorsi dei nostri politici, ci sarebbero dei risultati comici, molti di loro dovrebbero essere bocciati senza appello. D’altra parte, utilizzando il gergo ferroviario Ennio Flaiano diceva: «è vietato l’uso dei congiuntivi durante le fermate» e ancora «è pericoloso sporgersi dalla frase», due capolavori. Ora che terminiamo questa telefonata dovrò però chiamare il mio amico Caruso, il maestro Pippo Caruso, per avvertirlo che c’è un suo omonimo che infanga il suo nome, oltre che la mia città».
Carlo Moretti, Repubblica.it