Il colosso francese si assicura l’azienda danese, che diventerà azionista con il 3,75% con un posto in cda. Nasce così il secondo gruppo del Nord Europa
Con 5 miliardi di dollari cash più 2,5 di debiti la francese Total si assicura il forte presidio che la danese Maersk ha nei pozzi del mare del Nord. L’operazione di acquisizione, annunciata dal colosso francese dopo l’approvazione di entrambi i consigli di amministrazione, sarà finanziata con un aumento di capitale e l’emissione di azioni Total per 4,95 miliardi di dollari da girare al principale azionista di Maersk Oil, AP Moller Holding. Gli ex azionisti Maersk avranno il 3,75% di Total e avranno un posto nel consiglio di amministrazione.
L’effetto industriale per Total sarà un aumento immediato delle riserve e della produzione, proprio grazie ai molti pozzi attivi e a quelli in esplorazione che la compagnia danese ha tra Norvegia, Regno Unito e Danimarca (con Copenaghen nuovo centro operativo di Total per la regione). Nel dettaglio i francesi si aspettano “L’aggiunta di circa 1 miliardo di barili di olio equivalente di riserve, una produzione supplementare di 160 mila barili di olio equivalente al giorno nel 2018 che crescerà a più di 200 mila barili entro i primi del 2020, sinergie operative, commerciali e finanziarie per oltre 400 milioni di dollari all’anno” come specificato dal comunicato che rimanda alla prima parte del prossimo anno la scadenza per ottenere le autorizzazioni necessario e chiudere l’intera operazione. Crescerà la competizione con Shell, Statoil e le altre compagnie petrolifere forti nel bacino del Nord Europa, dove i francesi ora diventano il secondo operatore come produzione annuale, così come è accaduto nel 2016 dopo la fusione tra Shell e BG.
Soddisfazione da parte anche dei danesi, costretti ad uscire dal business petrolifero per compensare le difficoltà dell’altro principale settore della conglomerata Maersk: il traffico merci via mare, che ha colpito tutti i grandi del settore e che ha costretto la società portacontainer danese a ridurre la capacità di trasporto e rifininanziarsi per assorbire concorrenti in difficoltà.
Luca Iezzi, Repubblica.it