Fs Italiane ha lanciato la campagna Women in motion per sensibilizzare le studentesse a scegliere carriere nelle aree tecniche della aziende
Chi l’ha detto che una donna non può guidare un treno o diventare capo stazione o ancora una manager e direttrice dei lavori? Eppure, ad oggi, sono ancora poche le donne che lavorano nelle aree tecniche delle aziende, sia perché le ragazze continuano a scegliere percorsi di studio umanistici – come raccontano i risultati della ricerca “Women at the Top” di Boston Consulting Group e Valore D – ma anche per colpa degli stereotipi legati alla presenza femminile nelle carriere tecniche. Una tendenza che sempre più aziende stanno cercando di cambiare, con programmi rivolti sia all’interno delle loro organizzazioni ma soprattutto all’esterno, al mondo dell’Università e prima ancora della scuola. Un esempio è il progetto Women in Motion, lanciato dal Gruppo Fs Italiane e a cui hanno aderito anche altre importanti imprese italiane come Enel, Eni, Poste, Acea, Aidda, Amarelli, Ania, Terna e Fondazione Marisa Belisario. L’obiettivo della campagna è quello di incentivare le donne a intraprendere percorsi professionali tecnici che oggi sono quasi esclusivamente appannaggio degli uomini.
A parlare infatti sono i numeri: all’interno del Gruppo Fs italiane è ancora bassa: sono soltanto il 14,6% dell’intera forza lavoro, un dato che scende al 2,5% nella manutenzione e allo 0.8% fra i macchinisti. L’azienda ha così deciso di scendere in campo, o meglio nelle scuole, per ribaltare o quanto meno modificare le percentuali: circa 100 donne mentor di Fs, formate da Valore D, da qualche mese stanno girando per scuole medie, superiori e Università per “dare alle giovani ragazze – spiega Fs – l’ispirazione, la motivazione, le competenze e le opportnuità di cui hanno bisogno per realizzare al meglio il loro potenziale e talento”.
“Le competenze di cui abbiamo bisogno nel Gruppo Fs Italiane sono rare e possedute principalmente da uomini – spiega la presidente Gioia Ghezzi – questo genera numeri sulla presenza femminile assolutamente insoddisfacenti”. In Italia infatti solo 20% dei laureati in discipline tecniche e il 10% dei diplomati in scuole specializzate sono donne. “Come Gruppo abbiamo assunto un impegno concreto – aggiunge invece l’ad Renato Mazzoncini – con una delibera del cda è stato approvato l’obiettivo di portare entro il 2020 la percentuale di donne nelle posizioni manageriali di line al 20% dall’11 % di partenza e di staff al 30% dal 21% di partenza. E’ un incremento del 9% in entrambe le aree aziendali”.
Gerardo Adinolfi, La Repubblica