Settimana di fuoco con lo sciopero Gitiesse e i rinnovi di Porto Antico e aeroporto. Chiudono banca e porto
La lunga estate calda dell’economia genovese non ha alcuna intenzione di rallentare. Anzi, nonostante le città comincino a svuotarsi in coincidenza dell’arrivo di agosto, vertenze, rinnovi societari legati a operazioni di rilancio, consigli di amministrazione e comitati si susseguono quasi senza soluzione di continuità. Prendete quella che scatta oggi e si allunga fino al 3 e provate a non chiamarla una settimana di fuoco. Complice le tante vertenze aperte e i nodi irrisolti della politica e dell’economia, Genova svela una sequenza di appuntamenti fondamentali per il suo futuro industriale e finanziario. Eventi spesso differenti gli uni dagli altri, come può esserlo una manifestazione sindacale per difendere i posti di lavoro da un consiglio di amministrazione di una banca o da un comitato di gestione di un porto.
Eppure, a voler cercare un denominatore comune, c’è la voglia di Genova di scrollarsi di dosso tensioni e preoccupazioni, di scommettere sulla sua parte più sana, quella del lavoro, e sui suoi punti di forza, come il porto, chiamando a sostenere tutto quanto la banca dei liguri.
Si comincia oggi con lo sciopero dei lavoratori Gitiesse che lo scorso fine settimana, dopo dieci giorni di sciopero, hanno occupato l’azienda per protestare contro la decisione della proprietà (la multinazionale Eaton) di cancellare 31 posti di lavoro su 54. Oggi la protesta riparte e in solidarietà con Gitiesse scenderanno in piazza anche i lavoratori di Ansaldo Energia.
«Abbiamo deciso dichiarare due ore di sciopero in Ansaldo — spiega il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro — per portare i lavoratori dall’altra parte del Polcevera a manifestare con i colleghi della Gitiesse in una battaglia contro le multinazionali che non può che essere collettiva». Mercoledì 2 tocca a Ericsson, colpita altrettanto pesantemente dalla scelta della proprietà di procedere con gli esuberi. Sciopero con presidio dalle 8 davanti alla sede degli Erzelli.
«Quando si parla di questa vertenza — spiegano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Genova — oltre a pensare al dramma che vivono i lavoratori coinvolti dalla procedura di licenziamento non si può non pensare al fatto che Ericsson è la prima azienda insediata nel 2012 a Erzelli dopo l’accordo di programma che prevedeva un’escalation nel settore della ricerca e sviluppo per l’azienda nonché l’occasione per trasformare il sito del ponente genovese in un polo tecnologico di livello mondiale. Invece la multinazionale ha inanellato una inesorabile sequenza di licenziamenti collettivi».
Ma non c’è solo la vertenza del lavoro a tenere banco all’ombra della Lanterna. Oggi, come anticipato nei giorni scorsi da Repubblica , ci sono due passaggi decisivi per il futuro della città. Porto Antico e Aeroporto, due snodi-chiave per la Genova che guarda al suo futuro turistico e a come accogliere i visitatori, tengono le loro assemblee di rinnovo dei vertici. I due consiglieri di Camera di Commercio e autorità portuale di Porto Antico si sono dimessi, quindi va ricostituito il cda alla luce della cabina di regia unica degli enti locali sul futuro del Bleuprint e più in generale del riassetto delle aree del waterfront. L’ipotesi di riunire Porto e Fiera prende nuovamente corpo, così è necessario adeguare la struttura di comando alle nuove esigenze. Anche l’aeroporto si prepara a un cambio radicale del cda, con il presidente della Camera di Commercio Paolo che diventa presidente e, in prospettiva, dovrebbe lasciare libera la leadership dell’ente di via Garibaldi. Giovedì 3, infine, doppio appuntamento con due vertici del triangolo economico di Genova che non rinnega l’industria, ma poggia sul suo porto e ha bisogno del sostegno finanziario della sua banca. Il cda di Carige approva i conti del primo semestre e prosegue nella sua politica di risanamento,
utile a tutto quanto il territorio, accelerando sul rafforzamento patrimoniale e sul deconsolidamento dei crediti deteriorati. A Palazzo San Giorgio si tiene un comitato “industriale”che sotto la guida del presidente Paolo Signorini si concentra sul futuro dell’Ente Bacini e delle aree Piaggio di Sestri. All’esame l’istanza di insediamento di Phase, alta tecnologia che di fronte a una concessione di lunga durata, può garantire investimenti e occupazione.
Massimo Minella, La Repubblica