I finanzieri del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche hanno sferrato un duro colpo ai “pirati informatici“ portando a termine un’indagine in diverse regioni d’Italia.
I militari hanno eseguito perquisizioni nell’ambito di un’inchiesta volta al contrasto del fenomeno del warez illegale, attuato mediante lo scambio e successiva vendita, non autorizzata, di materiale digitale (software, file multimediali, e-book) tutelato da copyright.
I siti sfruttavano un meccanismo di condivisione tramite servizi di hosting, definiti anche cyberlockers (da cui il nome dell’operazione), che garantiscono un servizio di archiviazione su internet.
L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza ha consentito l’individuazione di un’organizzazione strutturata che ha monopolizzato il mercato nero nazionale della pirateria digitale.
I pirati hanno fatto utilizzo di strumentazione professionale e tecnologicamente all’avanguardia, come software di encoding e di rimozione del DRM, che ha loro consentito di eludere le misure di protezione.
Il business del filesharing ha sempre rappresentato un’enorme fonte di guadagno per i criminali informatici. Si stima che il danno inflitto all’economia nazionale dalla pirateria digitale superi 1,2 miliardi di euro e più di 6000 posti di lavoro persi ogni anno.