Chi ha un po’ di dimestichezza con i termini finanziari sa benissimo cosa è l’Ipo (acronimo di Initial public offering), ovvero l’offerta pubblica iniziale con cui l’azienda fa il suo debutto nel mercato azionistico per raccogliere fondi in cambio di quote della società. Una pratica comune in tutti i Paesi del Mondo, con milioni di scambi effettuati da trader professionisti e da piccoli investitori. L’Ipo serve soprattutto alle imprese per raccogliere nuove fondi e per sviluppare prodotti che permettono di crescere sul mercato, aumentando i ricavi. Da un paio di mesi, le piccole e medie imprese di tutto il Mondo stanno utilizzando un nuovo strumento per raccogliere fondi: l’Ico. Il termine è l’acronimo di Initial coin offering e il funzionamento è molto simile a quello dell’Ipo: le aziende mettono in “vendita” dei token che gli utenti possono acquistare utilizzando, però, le criptovalute. Bitcoin ed Ethereum su tutte.
Le differenze tra Ipo e Ico
Sebbene le due parole siano simili, le differenze tra i due sistemi di finanziamento sono molte. A partire proprio dal tipo di valuta che si utilizza: con l’Ipo per acquistare le azioni di un’azienda si utilizza la moneta della Nazione dove l’impresa si sta quotando (dollari, euro, sterlina), mentre con l’Ico si utilizza la criptovaluta (Bitcoin ed Ethereum). Altra grande differenza è la mancanza di un istituto di vigilanza che controlli gli scambi finanziari tra investitori e aziende. Nel mercato azionario “normale” c’è la Consob (in Italia), in quello delle criptovalute nessuno. Per le piccole e medie imprese in cerca di finanziamenti, l’Ico è sicuramente uno dei metodi più veloci presenti nel panorama finanziario. Non è necessario presentare nessun documento per dimostrare l’affidabilità dell’azienda e inoltre cedendo i token non si stanno vendendo quote dell’impresa. In caso di flop a rimetterci sono solamente gli investitori.
Come funziona l’Ico
Il funzionamento dell’Initial coin offering è molto semplice: una startup o una PMI in cerca di finanziamenti può mettere in vendita dei token che possono essere acquistati dagli investitori tramite le criptovalute. Se i risultati dell’azienda in cui si è investito sono positivi, si guadagna, in caso contrario si perde tutto il capitale. Le imprese che hanno lanciato la propria Ico nel 2017 hanno raccolto fino ad adesso quasi 1,3 miliardi di dollari, con un aumento del 600% rispetto a quanto registrato nel 2016. Ma il pericolo di una bolla finanziaria è dietro l’angolo, come accade spesso con gli strumenti finanziari legati al mondo della tecnologia.
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