Passo indietro del numero uno, che la scorsa settimana aveva annunciato di volersi prendere un periodo di aspettativa. La scelta in seguito alle pressioni degli investitori dopo gli ultimi scandali. Rimarrà comunque parte del board. L’azienda: “Decisione coraggiosa“
Il cofondatore di Uber, Travis Kalanick, lascia definitivamente il timone di Uber. Il numero uno della app si è infatti infatti dimesso dalla carica di chief executive officer dell’azienda, dopo le crescenti pressioni da parte degli azionisti. La notizia, anticipata dal New York Times, è stata confermata dal portavoce della società. Kalanick rimarrà comunque a far parte del board. “Amo Uber più di qualsiasi cosa al mondo – ha scritto in un comunicato – e in questo difficile momento della mia vita personale ho accettato la richiesta degli investitori di mettermi da parte in modo che Uber possa continuerà ad andare avanti a costruire piuttosto essere distratta da un’altra lotto”.
“Travis ha sempre messo Uber prima di ogni cosa. Questa è una decisione coraggiosa e prova della dedizione e del suo amore per Uber”, è invece il commento rilasciato dal board della app. “Facendo un passo indietro, potrà avere il tempo di riprendersi dalla tragedia personale che lo ha colpito, dando alla società spazio per vivere pienamente un nuovo capitolo della sua storia. Attendiamo con impazienza di riprendere a lavorare con lui nel board”, prosegue la dichiarazione facendo riferimento alla morte della madre di Kalanick, scomparsa recentemente in un incidente in barca. Da molti mesi l’azienda era finita nell’occhio del ciclone per diversi scandali, comprese accuse di molestie sessuali che avevano portato al licenziamento di 20 dirigenti. L’ultimo in ordine di tempo a lasciare la poltrona era stato Emil Michael, numero due del gruppo e uomo fidato di Kalanick, pesantemente coinvolto nello scandalo sulle molestie.
La scorsa settimana Kalanick aveva annunciato di volersi prendere un periodo di aspettativa.”Potrà essere più breve o più lungo di quanto ci si aspetti”, aveva scritto lui stesso in una mail pubblica. Il tempo di costruire un “Kalanick 2.0” capace di guidare “Uber 2.0“, aveva spiegato.
la Repubblica