di Cesare Lanza
BEPPE GRILLO
Vi stupirò. Innervosito dai titoli (tecnicamente ineccepibili) trionfali a tutta pagina di Repubblica – «La frana di Grillo» – e Corriere della Sera – «15 stelle sconfitti nelle città» – mi fido di chi conosce a fondo Beppe… È già pronto per il riscatto, verso le elezioni politiche. Si vedrà: già in passato il leader dei 5 stelle ha mostrato di saper risorgere.
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LUIGI DI MAIO
Per il vicepresidente della Camera la sconfitta appare evidente. Candidato a guidare un futuribile governo, è chiamato alla resa dei conti dagli avversari interni. La politica è piena di sorprese sgradevoli, anche per i grillini. L’accusa principale? Essersi concentrato sulla legge elettorale e sulla consultazione politica – di data incerta – trascurando le amministrative.
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EMMANUEL MACRON
Tomo tomo cacchio cacchio, direbbe Totò, Macron mette a segno un altro formidabile colpo: forse 450 seggi, maggioranza assoluta, nella imminente Sesta République. Soprattutto si conferma come il simbolo di una volontà popolare che desidera essere rassicurata, evitando avventure. In Francia mai una simile maggioranza (ma con astensione oltre il 50%).
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FLAVIO TOSI
II sindaco uscente di Verona – dopo la bellezza di dieci anni non poteva più riproporsi. Al termine di un braccio di ferro costante con la Lega, suo ex partito, ha candidato la fidanzata, la senatrice Patrizia Bisinella in una lista civica. Un blitz sentimentale discutibile. Patrizia, a sorpresa, andrà al ballottaggio, ma si diceva una volta l’estetica a volte è anche etica.
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FEDERICO PIZZAROTTI
II sindaco di Parma uscente è premiato dai voti della cittadinanza, che dunque se ne infischia dell’atteggiamento ostile dei grillini. Alla guida di una lista civica arriva quasi al 35%. Ora però dovrà vedersela con Paolo Scarpa, candidato dem, favorito al ballottaggio. Stupefacente comunque che il grillino Daniele Ghirarduzzi abbia rimediato solo il 3%.
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BENOIT HAMON
II massacro dei partiti tradizionali in Francia è stato spietato. Hamon, già sconfitto alle elezioni presidenziali, non è riuscito ad affermarsi neanche nel suo collegio alle legislative: è finito quarto. Idem Jean Christophe Cambadélis, primo segretario socialista: è stato eliminato. È la fine (irrimediabile?) del grande partito.
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Cesare Lanza, La Verità