Per il secondo anno consecutivo i nati sono meno di mezzo milione,
di cui più di 69mila extracomunitari, anche in diminuzione.
I decessi sono stati oltre 615mila, 32mila in meno rispetto al 2015,
anno record di mortalità
Se gli italiani crescono è grazie agli stranieri. E non è una novità. Sono loro che aumentano un saldo demografico tra nascite e morti che, se fosse per noi italiani, sarebbe molto più negativo di quanto già non lo sia: è infatti -76.106 italiani, il segno tracciato dall’Istat rispetto all’anno precedente. Lo dicono i numeri, difficile da smentire. In Italia risiedono stabilmente 60.589.445 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera, pari all’8,3% dei residenti a livello nazionale (10,6% al Centro-nord, 4,0% nel Mezzogiorno). Dunque prosegue nel 2016 la diminuzione dei residenti già riscontrata l’anno precedente. Ci sono meno persone con cittadinanza italiana -96.976 residenti in meno), mentre la popolazione straniera aumenta di 20.870 unità e soprattutto mentre prima erano le donne a far gonfiare i numeri, la tendenza si sta invertendo. All’interno della popolazione straniera la componente femminile diminuisce per la prima volta dagli anni Novanta da quando cioè l’Italia è diventata Paese di immigrazione.
Ma si accentua anche il calo del movimento naturale della popolazione. Gli anziani insomma vivono più a lungo e i nati scarseggiano. Così i decessi nel 2016 sono stati oltre 615 mila (circa 32 mila in meno rispetto al 2015, anno record della mortalità), ma in linea con il trend di crescita degli anni precedenti, dovuto all’invecchiamento della popolazione. Continua invece il calo delle nascite iniziato nel 2008, anno delle crisi economica. Per il secondo anno consecutivo i nati sono meno di mezzo milione (473.438, -12 mila sul 2015), di cui piu’ di 69 mila stranieri (14,7% del totale), anch’essi in diminuzione. Accade invece il contrario per i residenti stranieri dove il saldo è positivo di quasi 63 mila unità, mentre per i residenti italiani il deficit e’ molto ampio e pari a 204.675 unità.
Prosegue anche nel 2016 la diminuzione dei residenti già riscontrata l’anno precedente. Il saldo complessivo è negativo per 76.106 unità, determinato dalla flessione della popolazione di cittadinanza italiana (96.976 residenti in meno) mentre la popolazione straniera aumenta di 20.870 unità. Tuttavia, all’interno della popolazione straniera la componente femminile diminuisce per la prima volta dagli anni Novanta quando l’Italia è diventata Paese di immigrazione.
Per il secondo anno consecutivo i nati sono meno di mezzo milione (473.438, -12 mila sul 2015), di cui più di 69 mila stranieri (14,7% del totale), anch’essi in diminuzione. I decessi sono stati oltre 615 mila, circa 32 mila in meno rispetto al 2015, anno record della mortalità, ma in linea con il trend di crescita degli anni precedenti, dovuto all’invecchiamento della popolazione.
Il movimento migratorio con l’estero fa registrare un saldo positivo di circa 144 mila unità, in lieve aumento rispetto all’anno precedente. Aumentano leggermente le iscrizioni dall’estero: poco più di 300 mila di cui il 90% riferite a stranieri. Allo stesso modo le cancellazioni per l’estero superano le 114 mila unità per gli italiani, di nascita e naturalizzati, (+12 mila rispetto al 2015) mentre sono quasi 43 mila per gli stranieri.
E continuano a crescere le acquisizioni di cittadinanza: nel 2016 i nuovi italiani sono più di 200 mila. In Italia vi sono circa 200 nazionalità: nella metà dei casi si tratta di cittadini europei (oltre 2,6 milioni).
La cittadinanza maggiormente rappresentata è quella rumena (23,2%) seguita da quella albanese (8,9%). Si conferma la maggiore attrattività delle regioni del Nord e del Centro verso le quali si indirizzano i flussi migratori provenienti sia dall’estero sia dall’interno.
la Repubblica