Tutto è partito un po’ per caso, con una visita al mercato di San Miguel, a Madrid: «Ci è parso evidente che il mercato poteva diventare un luogo di socializzazione. Un posto per far assaggiare dei prodotti e non solo per venderli». Così, spiega l’imprenditore Marco Cambi, è nato il progetto per cambiare il volto del Mercato Orientale. Che manterrà la sua vocazione e i 105 banchi, ma al piano rialzato (foto) guadagnerà uno spazio tutto nuovo. Duemila metri quadri, un ristorante con cucina del territorio, un bar, un’enoteca e una birreria, 12 chioschi di street food, una scuola di cucina e una di panificazione e pasticceria. Un nuovo presidio food aperto tutti i giorni dalle 10 di mattina a mezzanotte.
I lavori salvo intoppi partiranno a fine mese, con un investimento che toccherà i 2 milioni. «Contiamo di inaugurare l’8 dicembre», continua Marco Cambi, imprenditore edile e uno dei soci di riferimento della MOG srl, la società che si è aggiudicata il bando del Comune e darà vita alla ristrutturazione. L’altro socio di “peso” è Eugenio Di Gregorio, finanziere e membro della cordata che ha investito sui Bagni Lido di corso Italia. Tra gli altri soci della srl figurano Giovanni Tamagnini, Laura Marcomini, Patrizia De Vito. Nella compagine anche Matteo Bonanzinga, uno dei tecnici che ha coordinato la progettazione del restauro.
L’intervento, che riguarderà la parte superiore del mercato, a sua volta sorto grazie alla metamorfosi del fu chiostro della chiesa della Consolazione, sarà di tipo conservativo. E non sarebbe potuto essere altrimenti, visti i vincoli architettonici. Le uniche variazioni sul tema saranno i “corner” che saranno ricavati per far spazio ai punti ristorazione. In totale si stima che la nuova attività possa produrre un’ottantina di posti di lavoro.
E proprio il confronto con la Soprintendenza, partito da tempo e arrivato negli ultimi giorni ad affrontare i dettagli, è stato uno degli snodi più delicati di una vicenda entrata nel vivo fin dal 2010. L’altro era quello dello spostamento della dozzina di esercenti che dovranno lasciare spazio alla Mog. «Siamo riusciti a raggiungere un consenso unanime – rileva Mario Enrico, presidente degli operatori dell’Orientale – sono certo che da questo intervento nascerà anche la riqualificazione dell’anello al piano terra e degli oltre 100 banchi che vi operano». L’attività del mercato continuerà senza limitazioni anche nel periodo di cantiere. «Tutte le attività che potrebbero interferire – spiegano i progettisti – saranno eseguite nelle ore di chiusura».
Tecnicamente quella per il Mercato Orientale è una concessione per la valorizzazione, uno strumento già adottato dal Comune in tempi recenti. Gli operatori sono stati individuati con un bando e si aggiudicheranno la gestione degli spazi – e dei proventi – per 30 anni. In cambio, si impegnano a investire e a versare 90 mila euro l’anno al proprietario, ossia Palazzo Tursi.
«Con la firma della concessione – osserva l’assessore al Commercio, Emanuele Piazza – parte un’operazione che darà valore al commercio della zona e riqualificherà un importante patrimonio pubblico».
Il Secolo XIX