Risultati da record per il gruppo guidato da Renato Mazzoncini: il risultato netto è di 772 milioni di euro (+66,4%). Nella flotta Trenitalia ad alta velocità altri 23 Frecciarossa 1000. E 455 milioni in convogli per le tratte Regionali. L’ad: “Su Anas si può chiudere entro ottobre”
Trecento milioni di euro per l’azionista ministero dell’Economia e un risultato netto da record pari a 772 milioni di euro (in crescita del 66,4%) con EBITDA di 2,3 miliardi di euro (+16,1%). Il bilancio di Ferrovie dello Stato Italiane conferma gli obiettivi previsti, come ha preso atto ieri il cda presieduto da Gioia Ghezzi. Numeri positivi e in linea con le previsioni: i ricavi operativi salgono a 8,93 miliardi di euro con un incremento complessivo di 343 milioni (+4%), “realizzato anche tramite operazioni di valorizzazione di asset concluse nel corso del 2016, in coerenza con le linee guida del Piano industriale 2017-2026 – spiega la società – fra queste cessioni quella di parte del business di gestione degli spazi commerciali non core attraverso la vendita di Grandi Stazioni Retail”.
“Sono nove anni di fila che presentiamo profitti, siamo in grado di dare un buon dividendo all’azionista e abbiamo restituito molto all’Italia” dice il presidente di Fs, Gioia Ghezzi, sottolineando però che “tantissimo rimane da fare” e il “nostro piano industriale ci chiede di affrontare molte sfide”. E sulle prossime mosse del gruppo interviene invece l’ad Renato Mazzoncini: “A fine mese chiuderemo l’acquisizione delle ferrovie greche: si sta attendendo l’ok di Bruxelles”. Mentre l’operazione con Anas può “essere chiusa in modo veloce” ha detto, precisando che “a ottobre si può fare il passaggio” dopo aver completato una serie di fasi burocratiche.
Nel dettaglio i ricavi da servizi di trasporto, il cuore delle attività, raggiunge i 6,38 miliardi di euro mentre i costi operativi si mantengono allineati al livello del 2015 (+0,4%). Nel 2016 sono aumentate le rotte coperte dal Frecciarossa 1000 grazie alla consegna di altri 23 nuovi convogli (41 totali a fine 2016) che affiancano gli ETR 500, consentendo ulteriori collegamenti sulla dorsale (94 Frecciarossa tra Roma e Milano), sulle tratte verso Venezia e il lancio del Frecciarossa Milano-Taranto.
Nel corso dell’anno è stata inaugurata la linea Alta Velocità/Alta Capacità Treviglio – Brescia che in 36 minuti collega la città con Milano.
Il delicato nodo del trasporto regionale: la flotta è stata rinnovata con l’arrivo di 23 Jazz, 6 Swing, 133 carrozze Vivalto e 3 Flirt per un investimento di 455 milioni di euro. Il numero complessivo del personale torna a quota 70mila e passa da 69.002 a 70.180 unità, anche come effetto di assunzioni e acquisizioni societarie, tra cui 1.200 dipendenti di Ferrovie Sud Est.
“Il settore trasporto del gruppo registra complessivamente un utile di 164 milioni di euro – sottolinea Fs – società leader è Trenitalia seguita dalla neocostituita Mercitalia e Busitalia, rispettivamente nel business merci e gomma, e Netinera Deutschland operativa in Germania”. Il settore infrastruttura registra un risultato netto pari a 174 milioni di euro con Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e Italferr nell’engineering. In evidenza i maggiori ricavi delle vendite e delle prestazioni (+5% circa) legate all’aumento della domanda di tracce richieste a RFI dalle imprese ferroviarie.
Altri dati finanziari mostrano un EBITDA che passa a 2,3 miliardi di euro (+318 milioni di euro) e un EBITDA Margin del 25,7%. L’EBIT passa da 644 milioni di euro nel 2015 a 892 milioni di euro nel 2016, con una crescita di 248 milioni di euro (+38,5%) e un EBIT Margin del 10%. Incidono sull’EBIT gli ammortamenti che aumentano, in linea con le previsioni, di 78 milioni di euro, a fronte di investimenti in crescita fino a sfiorare i 6 miliardi di euro nel 2016 (+8,2% rispetto al 2015).
“FS Italiane si conferma il principale gruppo industriale per investimenti (5,95 miliardi di euro) nel nostro Paese” conclude la nota. “La curva è in costante crescita (+8,2%) rispetto al volume già molto elevato realizzato nell’anno 2015 (5,5 miliardi di euro). Gli investimenti sono in linea con gli sfidanti obiettivi del Piano industriale 2017-2026 e rivolgono lo sguardo alle nuove opportunità di business offerte dal mercato nazionale e internazionale”.
La Repubblica