Perdite per 294 milioni: 341 per il voltafaccia francese su Premium. E ora Bolloré punta tutto su Telecom
Vivendi pesa come un macigno sui conti del gruppo Mediaset che ieri ha chiuso il bilancio peggiore della sua storia con una perdita netta consolidata di 294,5 milioni di euro contro un utile di 3,8 milioni nel 2015.
«Senza questa vicenda – ha detto l’ad Pier Silvio Berlusconi – avremmo chiuso in pareggio».
Il risultato, pur essendo tutto imputabile a Vivendi è comunque peggiore delle attese degli analisti. La marcia indietro sull’acquisto della pay tv Mediaset Premium ha impattato duramente sulle attività italiane, provocando una perdita pari a 341 milioni di costi extra. In Spagna, dove Mediaset controlla una rete televisiva, il bilancio finale è stato invece positivo per 171 milioni, in crescita rispetto ai 166,2 milioni dell’anno precedente.In crescita i ricavi pari a 3,6 miliardi contro i 3,5 del 2015 (+142,2 milioni). In Italia la crescita è stata del 4% a 2,6 miliardi. Peggiora invece il debito che passa a 1,16 miliardi, a causa di oneri straordinari.
La società prevede comunque un ritorno all’utile nel 2017. A gennaio ha presentato un piano al 2020 che vede un ridimensionamento delle attività della pay tv Premium e una serie di altri risparmi. Mentre il primo trimestre ha visto la pubblicità salire del 2,4%. Al centro resta la vicenda Vivendi che ormai si svolge tra aule di tribunale e pronunciamenti di Authority italiane ed europee. L’altro ieri è arrivato il verdetto di Agcom che ha imposto a Vivendi, che controlla circa il 30% di Mediaset e il 24% di Telecom, di scendere sotto al 10% in una delle due società. Il presidente dell’Authority, Angelo Cardani, ieri in un’audizione al Senato, ha spiegato che Vivendi ha creato una situazione illegale che deve mettere a posto. I francesi, però, non hanno accettato il verdetto e promettono ricorso al Tar e alla Ue.
Ma, se perderanno ancora, dovranno scegliere quale delle due società vendere. Secondo il quotidiano francese Les Echos, Vivendi potrebbe scegliere di tenere Telecom dato che continuare la scalata in Mediaset è difficile anche per la quota, quasi il 40%, in mano a Fininvest che sarà presto incrementata. Inoltre la vendita della quota Telecom, acquistata a prezzi alti, provocherebbe ingenti perdite nel bilancio di Vivendi.
I vertici Mediaset hanno assicurato però che il pronunciamento Agcom non ha nessun impatto sulla vicenda Premium. Del resto anche l’ad Pier Silvio Berlusconi ha sempre affermato che la questione sarà risolta con la causa giudiziaria. La società del Biscione e la sua controllante Fininvest hanno chiesto a Vivendi danni per circa 2 miliardi di euro.
Anche in Telecom, comunque, per i francesi si annunciano tempi duri con i proxy advisor Iss e Glass Lewis che hanno consigliato ai fondi di votare, nella prossima assemblea per il rinnovo del cda, per la lista di Assogestioni e non per quella di Vivendi.
I due proxy sono entrambi contrari alle politiche di remunerazione e sull’autorizzazione ai nuovi amministratori di assumere posizioni in aziende concorrenti.
All’orizzonte, sempre secondo Les Echos, ci sarebbe Orange, l’ex-monopolista francese delle tlc, che potrebbe rilevare la quota di Telecom, facendo entrare Vivendi nel capitale. In Borsa Mediaset sale dell’1,61%, Telecom dell’1,41%.
Maddalena Camera, il Giornale