L’assessore: “Il progetto delle ronde è in ritardo. Le forze dell’ordine al momento sono impegnate nella ricerca di Igor”
“Il gruppo WhatsApp creato da Giuseppe Sisti per Piazza Verdi non è stato strutturato d’intesa con la giunta, io sono stato inserito e ora non “abbandono” per buona educazione. Ma deve essere chiaro che non c’è nessuna corsia preferenziale, noi trattiamo tutti i cittadini allo stesso modo, che la segnalazione arrivi in chat oppure scrivendo al Comune o al quartiere. Abbiamo un software per la gestione delle segnalazioni, da qualunque parte arrivino”. L’assessore Matteo Lepore interviene sul caso delle chat che coinvolgono assessori e presidenti di quartiere e sul rischio che questo canale “informale” surclassi le collaudate pratiche di ascolto dei cittadini.
Assessore Lepore, secondo lei questi gruppi non hanno di fatto creato un canale più veloce di dialogo con l’amministrazione?
“Non c’è nessuna corsia preferenziale, l’eventuale accelerazione non riguarda la politica. il fatto che si usi WhatsApp è solo un dettaglio, è come se si trattasse di una mailing list oppure di messaggi su Facebook. Io sono raggiungibile ovunque ma alla fine tutto rientra nel software che in Comune usiamo per gestire e protocollare le segnalazioni. In Comune ci sono 4.500 persone che lavorano, non si vive di WhatsApp ma di cose concrete e quelle le stiamo facendo, anche in Bolognina”.
Però l’impressione è quella che chi è partito in autonomia adesso ha un gruppo che funziona e segnalazioni che vengono raccolte. Chi ha aspettato l’iniziativa istituzionale ha trovato solo ostacoli…
“Innanzitutto non bisogna confondere le cose: l’iniziativa di Sisti non è diversa dalle classiche segnalazioni dei comitati, solo utilizza uno strumento nuovo, cioè la chat. In Bolognina l’idea è totalmente diversa. Si tratta di un coordinamento tra forze dell’ordine e cittadini del quartiere scelti e formati come “antenne” sul territorio. Anche lì si usa la chat, ma è un progetto nuovo”.
Perché non è ancora partito?
“Quando i carabinieri e le forze dell’ordine saranno pronti, partirà. Il modello è quello già utilizzato a Ozzano e in altri posti. Per il momento mi sembra che gli agenti siano impegnati in massa sulla ricerca del killer di Budrio”.
Gli interventi in zona universitaria dopo le segnalazioni del gruppo di Sisti sono stati molto veloci, non trova?
“È chiaro che quando le segnalazioni arrivano sul telefono un’occhiata la dai, del resto la fotografia del tossicodipendente che si è sentito male in via Petroni ci è arrivata mentre eravamo in giunta, quindi abbiamo attivato subito l’unità di strada. Ma a parte le emergenze, ci sono gli stessi tempi per tutti”.
Lei potrebbe finire adesso in moltissime chat, ne è consapevole?
“Io preferisco restare all’ascolto, poi cercare di selezionare le informazioni che mi arrivano. Se poi c’è qualcuno che pensa che io sia in queste chat per secondi fini, è un problema suo”.
Ma non crede che questa cominicazione senza intermediazioni produca deli cortocircuiti? Non ci sono intelocutori
“intermedi”?
“Se si intende che i corpi intermedi sono in crisi, e quindi arriva tutto all’amministrazione, credo sia una riflessione corretta. La questione della mancanza della politica di territorio che faceva da mediazione e raccolta dei problemi c’è tutta. In questo senso noi che siamo nell’amministrazione abbiamo più doveri e impegno perché spesso sopperiamo anche a quella parte. E vale per tutti i colori politici”.
La Repubblica