A DIECI anni di distanza dal primo evento dedicato agli sviluppatori, Mark Zuckerberg sale sul palco del McEnery Convention Center di San Jose in California come un re scherzoso e alla mano. Davanti a lui quattro mila sviluppatori da oltre 90 paesi, quando erano poche centinaia nel 2007. Da noi in Italia, lo ricorderete, era sbarcato ad agosto come un monarca incontrando Renzi e il Papa. In California invece presenta la sua visione del futuro, che va sotto il nome di realtà aumentata. Già, la stessa sulla quale aveva puntato tutto Google con i Google Glass, poi finiti nel dimenticatoio, e che ora Facebook vuole recuperare. Pokémon Go fatto strategia aziendale che abbraccia tutto, dai videogame all’arte, dai momenti di semplice quotidianità al turismo. Ma l’introduzione, aggiunta all’ultimo, è dedicata alla tragedia di Cleveland. Coinvolge Facebook direttamente da quando Steve Stephen ha pubblicato sul social network il video dell’omicidio rimosso con ore di ritardo. “Ci siamo sempre concentrati sui rapporti con gli amici e con la famiglia”, ha detto Zuckerberg. “Dobbiamo ora lavorare per avvicinare le persone in una società divisa. Puntando su quei gruppi sociali, dai club sportivi alle chiese, che in questi ultimi dieci anni hanno dovuto fare i conti con il declino. Abbiamo una serie di strumenti per aiutali. Ma come ha dimostrato la tragedia di Cleveland c’è ancora tanto lavoro da fare per evitarle che cose del genere succedano di nuovo”. Punto, poi si passa alla realtà aumentata.
“L’anno scorso abbiamo detto che il mondo andrà verso la condivisione online di qualsiasi momento”, ha continuato il fondatore di Facebook. “Indossando un semplice paio di occhiali, un domani se si andrà a Roma basterà guardare il Colosseo per avere informazione su quel monumento.Uniremo reale e digitale. E cominceremo a farlo attraverso la camera dello smartphone con la nuova piattaforma che apre oggi in beta”. Com Camera Effects Platform si possono unire informazioni e oggetti digitali per arricchire gli ambienti che ci circondano. Lo si farà dentro Facebook senza dover aprire altre app. Puoi inquadrare un oggetto, scattare una foto, scriverci sopra una frase e aggiungere effetti 3D. In pratica si costruiscono ambienti in tre dimensioni sui quali si può intervenire in vari modi grazie alla visione computerizzata, trasformandoli in luoghi interattivi quasi fossero un frammento di un gioco o di un film d’animazione.
“Il cammino è lungo, questo è solo un primo passo”, spiega Zuckerberg. Ma è quanto basta per far capire dove sta mirando: inglobare dentro il suo social network un altro business. Con buona pace di Sony, Nintendo e Microsoft. Se la nuova piattaforma dovesse funzionare, verosimilmente il loro pubblico diminuirà, perché le applicazioni più di successo saranno soprattutto videogame. Perfino Messenger, ora a 1,2 miliardi di utenti, diverrà ancor più interattivo e pieno di servizi smart e giochi.
A quanto pare l’esperimento con la realtà virtuale e l’acquisizione di Oculus, pagata due miliardi di dollari nel 2014, non è andato come speravano a Facebook. E adesso che Palmer Luckey, il creatore di Oculus, ha lasciato la compagnia dopo aver apertamente supportato siti di fake news contro Hillary Clinton, Zuckerberg e compagni hanno deciso di voltare pagina. Meglio: di scriverne un’altra al suo fianco. Continuano infatti a lavorare sulla realtà virtuale, c’è un nuovo visore simile all’Hololens di Microsoft all’orizzonte. Ma arriverà chissà quando e chissà a quale prezzo. E c’è un nouvo Second Life, battezzato Facebook Spaces, che è vita reale in forma immersiva.
Ms la realtà aumentata è più accessibile e, come ha dimostrato Pokémon Go, può essere di grande successo. Facebook intende fare largo uso di intelligenza artificiale, adoperata in questa sede per riconoscere gli oggetti e unirli in maniera credibile con il virtuale. Su altri fronti era stata invocata come il primo passo per individuare notizie bufala e bloccarle, ma a quanto pare il potere delle ai allo stato attuale è relativo. Serviranno anni perché una macchia possa riconoscere il senso del discorso, il significato reale di un video o quello di una fotografia.
La Repubblica