Il tecnico, che tornerà domenica da avversario con l’Atalanta, racconta la sua splendida esperienza in rossoblù. E scherza sugli aspetti tecnici: “Lo schema migliore? Il 5-5-5 di Oronzo Canà”
“Non sarà una partita come le altre”. Gian Piero Gasperini racconta in esclusiva a Pianetagenoa1893.net i suoi sentimenti e il suo affetto per il Genoa e i suoi tifosi: domenica tornerà da avversario con l’Atalanta, sedendosi sulla panchina opposta a quella su cui ha colto tante soddisfazioni. Con i colori rossoblù ha centrato due volte la qualificazione all’Europa League, il quarto posto nel 2009 a pari punti con la Fiorentina e ha mostrato tanto gioco spumeggiante che ha esaltato il Popolo genoano.
Lei è venuto al Ferraris nell’ottobre 2012 col Palermo da avversario del Genoa: domenica lo sarà per la seconda volta. Cosa proverà calcando il terreno di gioco?
“Per me sarà un’emozione particolare. Per me il Genoa è un pezzo fondamentale della mia carriera e della mia vita. Ricordo tanti momenti e tante partite giocate su quel campo: non sarà una partita come le altre”.
Lo scorso giugno, alla sua partenza a Genova, i tifosi l’hanno festeggiata con tanto affetto: che accoglienza si aspetta?
“Credo che al di là delle emozioni, sia una partita di calcio. Una gara molto importante: dopo Genova era importante per me fare bene in una piazza diversa. I risultati che ho colto con l’Atalanta hanno superato ogni più rosea aspettativa: quando entreremo in campo, penseremo soltanto alla partita. Sia noi che il Genoa penseremo soltanto a dare il massimo per vincere”.
La sua duplice esperienza al Genoa potrebbe avere il titolo di una canzone di Fabrizio De André: se sì, quale potrebbe essere?
“Ah!” (Ndr: afferma sorridendo). “Accetto suggerimenti”.
Noi abbiamo pensato a una strofa de “Le passanti” del 1974: “ Ma se la vita smette di aiutarti è più difficile dimenticarti di quelle felicità intraviste dei baci che non si è osato dare, delle occasioni lasciate ad aspettare degli occhi mai più rivisti”
“E’ bellissima, ma triste. Non rappresenta il mio carattere, non c’è tristezza nei miei ricordi: fermo restando che De Andrè è un grande della canzone italiana e che apprezzo tanto”.
Una curiosità: le piacciono di più i pansoti oppure la polenta taragna?
“In Italia non c’è problema: ogni località ha i suoi piatti importanti e non si sbaglia mai. Mangio bene ovunque”.
Ha più sentito Preziosi?
“Sì, qualche telefonata ce la siamo fatta. L’ho incontrato anche l’ultima volta a Zingonia a gennaio. Mi ha inviato anche qualche messaggio di complimenti”.
Passiamo ad aspetti tecnici: lei non ama parlare di moduli e di numeri, anche se bisogna esemplificare. Non si esagera forse nel “baskettizzare” il calcio?
“Sicuramente il basket negli schemi è molto più preciso. Si gioca in cinque e con le mani: il calcio ha probabilmente copiato l’organizzazione del basket, anche se è diverso visto che si gioca con i piedi”.
E’ un fatto positivo questa sorta di contaminazione?
“Di sicuro ha aiutato la fase difensiva del calcio. In quella offensiva è più difficile che abbia avuto effetti: sopraggiungono altri fattori, come la capacità dei giocatori e il loro estro”.
Tirando le somme: meglio utilizzare il suo 3-4-3 oppure il 5-5-0?
“Sicuramente il 5-5-5 (Ndr: sorride). Oronzo Canà è un maestro, il migliore di tutti”.
Domenica affronterà il Genoa, che non attraversa un periodo felice: ha qualche preoccupazione nell’affrontare la sua ex squadra? Al contrario, potrebbe creare qualche problema all’Atalanta?
“Conosco bene molti di quei giocatori: è una squadra di valore. In questo periodo non sta attraversando un periodo favorevole, però giocare al Ferraris contro il Genoa non è mai facile. Sarà una partita che presenta molte difficoltà: noi ci prepariamo per questo”.
Quali differenze può intravedere tra il Genoa dell’andata di Juric e quello attuale di Mandorlini?
“Hanno due impostazioni diverse. Mandorlini con la sosta avrà avuto più tempo per lavorare e far applicare al meglio il suo credo calcistico: non è mai facile allenare una squadra subentrando durante il campionato”.
Quali giocatori del Genoa potrebbero giocare nella sua Atalanta?
“Sicuramente il Genoa ci sono degli ottimi calciatori. Soprattutto quelli che ho avuto l’occasione di allenare. Comunque è difficile fare paragoni, poiché per l’Atalanta è una stagione eccezionale che va oltre le più rosee aspettative”.
A proposito di giovani: lei crede molto in loro e ne ha valorizzati tanti. Quali sono quelli più interessanti nel nostro campionato?
“Quest’anno c’è stata un’esplosione notevole di giocatori delle giovani generazioni. Credo che il campionato abbia proposto tanti giovani: è un bene per il nostro calcio. L’Atalanta vi ha contribuito: tuttavia, c’è grande attenzione di tutti i club per i vivai e per il lancio di giovani”.
La Nazionale ne ha tanto bisogno…
“La Nazionale sta raccogliendo i frutti di questo cambiamento. Ventura ha portato nuovi ragazzi che stanno dando un apporto positivo”.
L’Atalanta è in piena corsa per l’Europa League: qual è l’avversario più difficile da battere tra Lazio, Milan e Inter?
“E’ difficile dirlo poiché mancano nove giornate al termine del campionato. Sembrano poche, in realtà sono un bel numero. Io inseririsco anche la Fiorentina, anche se è un po’ attardata. Sulla carta l’Inter è più forte: però la Lazio ha grande continuità, il Milan è una squadra che non molla mai e forse ha il calendario migliore. Non ci sono in questo momento delle diversità. Sono tutte squadre molto dure da superare”.
(Intervista di Marco Liguori e Alessandro Legnazzi)
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