L’assemblea di Ferrero International, holding lussemburghese che controlla l’omonimo gruppo dolciario, ha deciso di riportare a nuovo l’utile di 280,3 milioni di euro segnato nel bilancio civilistico chiuso allo scorso agosto
I Ferrero si mettono a dieta. Qualche giorno fa, infatti, l’assemblea di Ferrero International, holding lussemburghese che controlla l’omonimo gruppo dolciario, presieduta dalla riconfermata Maria Franca Ferrero (vedova del fondatore Michele), ha deciso di riportare a nuovo l’utile di 280,3 milioni di euro segnato nel bilancio civilistico chiuso allo scorso agosto, in diminuzione dai 465,3 milioni dell’esercizio precedente. Il calo del profitto è motivato nella nota integrativa dalla diminuzione dei dividendi provenienti dalle controllate, che sono scesi anno su anno da 745 a 280 milioni perlopiù afferenti a Ferrero Middle and Eastern Europe e all’italiana Ferrero spa. Il totale dell’attivo è salito da 5,6 a 6,1 miliardi mente sul fronte patrimoniale l’utile accantonato si aggiunge ai 493 milioni di profitti già portati a nuovo.
Il bilancio consolidato evidenzia lo sfondamento della soglia dei 10 miliardi di ricavi, precisamente a quota 10,3 miliardi dai 9,5 miliardi dell’esercizio precedente, un aumento dei costi operativi da 8,7 a 9,3 miliardi e un progresso dell’ebitda da 1,4 a 1,6 miliardi con un utile netto finale migliorato da 513 a 792 milioni dopo aver pagato tasse per 209 milioni. Gli investimenti sono stati di 631 milioni (646 milioni nel precedente esercizio), di cui larga parte (552 milioni) focalizzati sugli impianti produttivi. Il bilancio consolidato di Ferrero International evidenzia anche che la quota dello 0,66% in Mediobanca , vincolata nel patto di sindacato, è stata rivalutata anno su anno da 38,7 a 52 milioni. Il board della holding è completato dal vicepresidente Francesco Paolo Fulci, dall’amministratore delegato Giovanni Ferrero, da Fabrizio Minneci e Jorge de Moragas; mentre il nuovo revisore è PwC.
Milano Finanza