di Cesare Lanza
PAPA FRANCESCO
Un milione di persone ad accoglierlo nella sua intensissima visita a Milano. Un successo gigantesco. Ma chi è, questo pontefice? Un rivoluzionario che scardina i pilastri su cui la Chiesa si è retta per due millenni, o il messo di Dio che sta rifondando la religione? Con una bizzarria: le telefonate a Eugenio Scalfari, che puntualmente (anche domenica scorsa) se ne vanta.
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LAURA BOLDRINI
È arrivata alla presidenza della Camera grazie a coincidenze fortunate e irripetibili. Una magnifica occasione? Macché! È divisiva e si è rivelata soprattutto miope, con una visione politica e culturale ristretta. Così si spiega l’ultima prodezza, l’esibizionistica aggressione a Paola Perego, come se nella Rai non ci fossero ben altri, scandalosi, problemi.
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MARCO MINNITI
Il ministro dell’Interno raccoglie un notevole successo (con il questore di Roma, Guido Marino): neanche un minimo incidente, nel vertice per i 60 anni dei Trattati europei. Ineccepibile la tutela delle 27 delegazioni, perfetto il controllo delle temutissime manifestazioni. Per l’Italia, di fronte al mondo, esemplare professionalità delle forze dell’ordine.
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MATTEO RENZI
Nonostante la botta del 4 dicembre, e sono passati quasi 4 mesi, l’ex premier colleziona una serie di errori tanto elementari quanto impressionanti. L’ultimo è da manuale, ciò che non si deve mai fare in politica. Accusare un avversario (il M5s in questo caso) di ciò di cui si è, per primi, facilmente accusabili: la voglia di occupare poltrone. Una classica proiezione freudiana?
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MARIO DRAGHI
Viene in mente quella celebre battuta in un film di Nanni Moretti: «Mi si nota di più se vado, oppure se non vado?». Ha fatto bene, Draghi, a disertare il vertice europeo. Tutti lo hanno notato e hanno detto, più o meno tutti, che era assente l’unico personaggio che tiene in piedi l’Europa. Se non ci fosse, si sarebbe già sgretolata. Ma domani è un altro giorno e si vedrà.
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GIANFRANCO FINI
Nella comunicazione l’errore micidiale è stato di dichiararsi «coglione». Molti lo pensavano soltanto. Ma l’autogiustificazione, di fronte alle notizie che emergono dalle indagini, assume un significato ambiguo, sinistro. Aspettiamo gli esiti giudiziari. Il pasticciaccio non sembra più attribuibile solo alla famiglia Tulliani.
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di Cesare Lanza, LaVerità