Campagne? Dalla sicurezza stradale alla scoperta dei borghi
È salito di recente agli onori della cronaca per aver acquisito l’intera gestione del Gran Premio d’Italia di Formula1 a Monza, ma Aci Italia non si occupa solamente di piste da corsa, anzi, ogni giorno batte tutte le strade italiane, urbane e non, con diverse campagne di sensibilizzazione per migliorarne la sicurezza.
E con Istat rappresenta una delle più importanti piattaforme di comunicazione di big data, potendo non solo catalogare le cause più frequenti d’incidenti mortali (come la distrazione) ma potendo anche e soprattutto avviare studi su dove è meglio posizionare una rotatoria, un attraversamento pedonale o un semaforo. «In realtà Aci Italia è una piattaforma di servizi, comunicazione ed eventi che si occupa anche di gare d’auto d’epoca e turismo, tra gli altri insieme all’associazione I Borghi più belli d’Italia», spiega Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile club d’Italia (Aci, www.aci.it) con alle spalle 112 anni di attività già compiuti. «E non dimentichiamo tutti i giovani che accompagniamo nello sport, dal karting alle auto da corsa di Formula4».
Per sostenere le molteplici attività di comunicazione, Aci Italia ha a disposizione un budget complessivo di 1,5 milioni di euro. Di questi la metà viene impiegata solo sui temi della sicurezza stradale. A parte invece l’operazione di Aci Italia da 750 mila euro circa per acquisire il 75% da Sias, la società che gestiva l’autodromo brianzolo.
Il restante 25% resta in mano ad Aci Milano.
Al di là dell’interesse per il circuito di Monza, «è sulle strade di tutti i giorni che ci concentriamo perché è qui che avvengono gli incidenti stradali, prima causa di decesso tra i giovani fino ai 24 anni», ribadisce Sticchi Damiani. «Ogni giorno nel mondo muoiono 3.500 persone sulle strade. Ecco perché abbiamo lanciato diverse campagne di prevenzione mentre noi cerchiamo di monitorare anche dove e perché avvengono più incidenti». È così che è nata, tra le altre, la campagna #MollaStoTelefono #GuardaLaStrada, che ha registrato 17 milioni d’impression e 7 milioni di view.
«Andiamo anche nelle scuole con piloti affermati che possano essere un esempio per i giovani», sottolinea il presidente del club che fa parte della Fia (Fédération internationale de l’automobile). «Offriamo anche la possibilità di imparare la guida sicura presso i nostri circuiti. Come reagiscono gli studenti? Arrivano baldanzosi, escono dal test più umili e attenti ai pericoli della strada. Capiscono che spesso si tratta di rischi improvvisi e, quindi, non vale la regola: tanto a me non può capitare».
Aci Italia vuol dire poi educazione sportiva su quattro ruote, per esempio i corsi di karting dagli 8 ai 14 anni, considerando anche da un punto di vista industriale che l’80% dei costruttori nel mondo è italiano. Ci sono anche i corsi di F4 per quindicenni, che continuano nelle categorie maggiori. E in parallelo Aci Italia organizza la gara d’epoca Targa Florio (quest’anno in calendario dal 20 al 23 aprile a Palermo), supporta le Mille Miglia e i suoi 103 automobile club nella Penisola allestiscono mostre di auto en plein air nelle piazze dei paesi tricolore, come spunto turistico, «anche enogastronomico», prosegue Sticchi Damiani. «Il fil rouge che unisce le nostre differenti attività è riscoprire tutti i servizi dell’associazione nata il 23 gennaio 1905 come federazione sportiva e già impegnata nel sociale grazie ai nostri automobilisti volontari che offrivano la loro disponibilità a quattro ruote durante le emergenze». E, ancora più concretamente, gli italiani hanno risolto qualche problema fiscale grazie ad Aci Italia. Quale? «Quello singolare con la tassa che a inizio secolo scorso era stata pensata sull’energia elettrica creata dalle dinamo» delle auto, conclude il presidente Aci Italia.
Marco A. Capisani, ItaliaOggi