di Ettore Martinelli
Il momento del riscatto. Bisogna affrontare i problemi senza sconti per fare riforme che non possono aspettare.
Molte volte nella vita si preferisce nascondere la verità. Si sa, può far male. Peraltro, qualora si ritenga di raccontarsela a piacimento, le frasi senza senso si trovano facilmente e sono lì da sprecare. Appena dopo un ‘ma no, non è così’, la scelta è variegata: ‘bisogna essere ottimisti’, ‘cosa sarà mai’, ‘al peggio non c’è limite’, ‘non è andata poi così male’, ‘la speranza è l’ultima a morire’ e via discorrendo.
Preferire il bicchiere mezzo pieno al mezzo vuoto non è drammatico – ci mancherebbe – ma non si può trascurare la realtà dei fatti, comunque la si guardi e la si pensi. Al contrario, essere approssimativi e creduloni è dannoso, oltre ad allontanare la soluzione di problemi ne aggiunge ulteriori. Essere persone consapevoli è dirimente nel tentare di cambiare in meglio la situazione, di qualsiasi ambito si tratti. Non basta modificare per migliorare. Ignorare la realtà alimenta riforme a casaccio, così, tanto per disfare.
Se si vuol guarire da una malattia, rendersene conto in tempo e comportarsi di conseguenza è decisivo. Fare spallucce e far finta di niente, può sollevare per qualche momento ma di certo non aiuta a guarire. Il medico deve cercare le parole giuste nello spiegare, riguardano la vita di una persona, ma non nascondere la diagnosi allo scopo di rassicurare. Solo così non si abbandona il paziente al proprio destino.
Se ad uno scolaretto delle medie la ‘consecutio’ non entra in testa, pazienza, entrerà, ma il liceo classico non fa per lui. Guai dire ai genitori che potrebbe avere un futuro da latinista, pur di non deluderne l’assurda aspettativa.
In ogni ambito non esser sinceri e realistici, impedisce di affrontare la situazione virtuosamente.
In politica per giungere a soluzioni praticabili e utili occorre ragionare, partendo dalla comprensione della realtà. La bontà delle conclusioni a cui si arriva, dipende dal rigore che si è dedicato a capire lo stato delle cose. Occorre sia vero e reale, non c’è altro verso. E’ evidente che gli attuali politici – non vedo eccezioni – non sono all’altezza del ragionamento.
Per non usare parole forti mi limito a dire che l’Italia, forse mai come oggi, è in uno stato cagionevole. Uno statista direbbe apocalittico e per invertire la rotta partirebbe dalla verità, dalla cruda verità.
Senza offesa per nessuno, non è peccato – anzi è cosa buona e giusta – affermare che l’alternativa al gruppo dirigente non c’è. Quindi? E allora? Vedremo, ma ci tocca condividere l’amaro calice, alternativa non c’è, semplice in fondo. Così è se … anche se non vi pare.
La speranza è in un’altra verità. Uscire da questa condizione è dovuto e non provarci nemmeno è da vigliacchi. Lo dobbiamo soprattutto al futuro di coloro che rischiano di non averlo, senza alcuna colpa.
Partire dall’alternativa che non c’è però è faticoso. Continuare a campare passivamente indubbiamente più comodo, ma da irresponsabili menefreghisti.
Non arriverà nessuna manna dal cielo, alcun messia, né maghi né guaritori a liberarci dal potere degli inadeguati. Si inizi con meno social e più società fatta di gente in carne ed ossa che partecipi civilmente, come può, come vuole in forme vecchie e magari in altre non ancora viste.
Se nel secolo scorso si fossero comportati come stiamo facendo noi non ci saremo o, chissà, saremo fascisti o parleremo tedesco o americano o russo …
L’unica alternativa a sta robaccia qua, è quella che non c’è. Il vero populismo è non ammetterlo e smettiamola con le parole parole parole, soltanto parole … nemmeno d’amore!
Ettore Martinelli, La Verità