Il dibattito politico fa “avanti e indietro” tra Italia ed Europa su “questioni fondamentali come la difesa, la sicurezza, il terrorismo o il lavoro, che mancherà nei prossimi anni e questo tema non viene affrontato, nessuno ne parla”. Lo ha dichiarato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenendo a un convegno organizzato dall’Ispi. “I leader politici – ha aggiunto – non sono quelli che danno ai loro elettori quello che vogliono, ma quelli che cercano di comunicare ai loro elettori ciò che pensano sia necessario per la posterità, per il futuro”.
Italia incapace di fare i compiti
L’Italia non ha rispettato gli impegni presi in occasione dell’ingresso nell’euro (in particolare un rapporto Debito/Pil al 60% nel 2010) e questo “non è stato fatto non perché c’è stata una politica di bilancio folle, anche se non c’è stata una politica di bilancio particolarmente brillante soprattutto nei 10 anni che hanno preceduto la crisi, ma per l’incapacità di questo paese di fare i compiti per capire come crescere di più e meglio”. Visco non salva nessuno: “Nessun governo è riuscito ad avere una politica che tenesse in piedi tante cose, scuola, lavoro, tecnologia, dicendo ai cittadini che non è facile e senza fare promesse che non sono mantenibili”, come ad esempio, quella di “abbassare le tasse a tutti”.
I tedeschi non si fidano di noi
“Il punto fondamentale è la mancanza di fiducia che c’è tra i principali paesi e in particolare in questo momento la mancanza di fiducia che c’è tra noi e i tedeschi. C’è un convinto europeismo da entrambe le parti, ma il punto cruciale è che non ci si fida. E giustamente: la questione è il debito pubblico” ha dichiarato il governatore. “Non è possibile fare una politica monetaria unica in queste condizioni – ha aggiunto – ci vuole una capacità di bilancio comune, ci vuole qualcuno che gestisca questo a livello sovranazionale rinunciando alla sovranità nazionale in materia per gestire la politica monetaria unica. Non ci si riesce se non si smette di suggerire che tutto è possibile – ha proseguito Visco – il nostro debito è il 130% del Pil, quello tedesco è al 70%: i tedeschi non vogliono mettere insieme questi debiti, ma un’unione ha bisogno di un debito comune”. Per questo, ha proseguito Visco, è l’Italia per prima che deve fare un passo in questa direzione, per la riduzione del debito e l’avvio di una crescita più sostenuta e migliore: “è l’unica via, quella in cui c’è un piccolo passo a livello nazionale per dare fiducia e arrivare a una trattativa su questo tema. Si deve passare da un bilancio unico e per farlo noi dobbiamo essere in grado di dimostrare che vogliamo andare in questa direzione”.
Euro: uscire, un disastro da evitare
“La soluzione non è l’uscita ordinata dall’euro, il rischio da sottolineare è che l’uscita dall’euro è traumatica e disastrosa. E questo è un disastro che sta noi a evitare”. Per Ignazio Visco “la politica deve essere in grado di spiegare questo, questa è la scommessa per la leadership politica, io sono incerto del risultato”. Il governatore sottolinea che “bisogna essere realisti, l’idea che è stata cullata anche da noi in questi anni che il processo di costruzione dell’Ue si potesse rimettere in moto lungo la stessa traiettoria pensata all’inizio ha molto più di illusione e poca capacità di riuscita”. Oggi, quindi, bisogna ammettere che “non può essere quella la traiettoria che si deve mantenere, quella traiettoria da sola non basta, ci possono essere diversi momenti. Da qui – ha proseguito – l’idea delle velocità diverse”. Visco ha sottolineato comunque che, già al momento della creazione della moneta unica, “era evidente che questo processo per essere solido doveva essere puntellato da elementi di unione politica ben identificati, come il bilancio e la difesa”. Visco ha poi notato che anche l’introduzione “in fretta” dell’unione bancaria è stata fatta “per dare al resto del mondo il segnale che la costruzione europea è permanente, lungo la traiettoria che porta all’unione politica”. Oggi, tuttavia, di fronte alla crisi e all’avanzata del populismo, secondo Visco “stiamo vedendo una risposta schizofrenica: c’è da una parte una capacità e una comprensione che è molto importante procedere nella condivisione dei rischi, ma contemporaneamente c’è un’altra parte che sottolinea l’importanza della riduzione dei rischi prima di poterli condividere. Queste contrapposizioni sono erronee perchè in realtà bisogna ridurre i rischi mentre li condividiamo”, ha concluso.
THE HUFFINGTON POST