Il consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti avrà 60 membri e non più 156 come finora (compresi i 12 del consiglio nazionale di disciplina). Due terzi saranno giornalisti professionisti, il restante terzo sarà rappresentato da pubblicisti. In entrambe le tipologie ci dovrà essere almeno un rappresentante di minoranze linguistiche riconosciute mentre per tutti vale l’obbligo di essere titolari di una posizione previdenziale attiva presso l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti (Inpgi). È quanto prevede il decreto legislativo sulla riforma sia della composizione sia delle mansioni del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che il consiglio dei ministri ha approvato in esame preliminare su proposta del premier Paolo Gentiloni e del ministro per lo sport con delega all’editoria Luca Lotti. Il decreto legislativo rientra e dà attuazione così alla riforma dell’editoria (vedere ItaliaOggi del 5/10/2016) che, tra l’altro, con la legge 198 del 26/10/2016 istituisce il Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.
Insieme alla composizione del consiglio nazionale e all’adeguamento del suo sistema elettorale, per esprime la massima rappresentatività territoriale, il provvedimento definisce le competenze in materia di formazione, soprattutto per quanto riguarda la formazione professionale continua (ossia l’aggiornamento professionale). In particolare, tra i compiti del consiglio rientrano la promozione, il coordinamento e l’autorizzazione dell’attività di formazione professionale continua svolta dagli Ordini regionali.
Italia Oggi