di Ettore Martinelli
Appello al Sindaco di Milano. Accompagnare i figli in auto danneggia loro e l’ambiente ed è uno spreco di risorse.
Il mattino ha l’oro in bocca ma, persino a Milano, poco adatta a perditempo e scialacquoni, si sputa regolarmente attorno alle scuole. Inconcepibile nella capitale del lavoro, dall’altruismo proverbiale, ambrosiano. Per questo spesso oggetto di stupidi e infondati luoghi comuni: romani e napoletani per definizione simpatici, milanesi noiosi sgobboni. Tutto falso, poco importa, la questione seria è altra.
A spregio di denaro, educazione e sostenibilità, consuetudini aberranti passano per normali. Un caso su tutti non provoca alcuna reazione. Una sorta di complicità e compiacenza diffusa, che coinvolge la maggioranza dei cittadini e la pubblica amministrazione.
Mi riferisco ai più piccolini, al nostro futuro. Non è salutare per i bambini raggiungere la scuola in automobile. Vittime innocenti di inciviltà e maleducazione tra clacson e incolonnamenti. Una maniera frenetica di completare il risveglio ha solo svantaggi.
C’è tutto di male nell’essere obbligati a farlo e, volerlo fare, non ha attenuanti. Nulla di eroico e affettuoso care mamme e papà, tutt’altro.
Non si è consapevoli dei danni che un’ingenua abitudine causa. Col buon senso si potrebbe uscirne.
Migliaia di veicoli intralciano il traffico ed inquinano in ogni momento, sette giorni su sette. Quando l’aria è irrespirabile persino per la colonnina, si ordina un illusorio blocco della circolazione per qualche giornata. L’emergenza passa in fretta se piove a dirotto. Ma l’emergenza è quotidiana. Nei pressi degli istituti scolastici, per un paio d’ore almeno tra ‘anda e rianda’, vale tutto. Bastano le quattro frecce accese per sopportare macchine sui marciapiedi o magari appoggiate ai pochi platani, robinie e lecci rimasti. Se si è in ritardo si passa col rosso, non si rispetta la fila, i tram si sorpassano, insomma le irregolarità superano l’immaginazione. Tutto questo – loro malgrado – sotto gli occhi di agenti di polizia municipale. Dalle strisce pedonali al più è concesso di sbuffare. Non di alzare gli occhi al cielo, troppo rischioso non monitorare giudiziosi genitori in grado di trasformarsi in pirati della strada. Così fan tutti e gli scolaretti non possono arrivare in ritardo.
Centinaia di vigili impegnati e costretti allo smog senza straordinari, ore di lavoro buttate dai parenti dei bimbi (escluse quelle dei ‘genitori di professione’, quelli ci tengono). Pneumatici e combustibili consumati e … riflettiamoci sopra.
La soluzione si chiami pulmino, scuolabus o quel che si vuole, deve essere un mezzo adeguato a dare il buongiorno agli alunni.
Il Comune di Milano organizza un servizio di trasporto, riservato solo ad alcune condizioni di disagio o ad appartenenti a svantaggiate categorie. Non è sufficiente, il danno è nei confronti di tutti i bambini.
L’educazione civica non ha mai avuto il ruolo che avrebbe dovuto tra i banchi, ma diseducare fin da piccini è veramente troppo e incompatibile con le teorie che la fantomatica ‘compatibilità ambientale’ suggerisce.
Si è tornati giustamente al grembiule, anche per quel che simbolicamente rappresenta: i bimbi son tutti uguali! Non c’è ragione per cui qualora si tratti di accompagnarli e riprenderli, lo si possa fare come meglio si creda. Così non va bene.
Sindaco Sala dia un segnale di discontinuità e saggezza…i pulmini siano la regola e il resto l’eccezione. I fattori si invertano e la città immediatamente sarà più vivibile per bambini, giovani, adulti, anziani e sopratutto per disabili e malati. Mi permetta, delle mamme imbronciate non si preoccupi, passerà … i loro figli vengono prima e sono il domani.
Ettore Martinelli, La Verità