Bolla come ridicola l’accusa di aver messo su un sistema di potere perchè, spiega, la sua forza e la sua debolezza “sono state lo star fuori da certi ambienti della Roma politico-burocratica”. Semmai, sottolinea, vogliono fargliela pagare “per i padrini che non ho e non ho mai avuto”. In un’intervista a La Stampa, l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si dice stanco di continuare a fare autocritica: ora – aggiunge – “è il tempo di ripartire”.
Renzi avvisa: “Se qualcuno pensasse che a fronte del momentaneo indebolimento io abbia perso energia e grinta, commetterebbe un gravissimo errore”. Altro che Giglio magico: “Quattro o cinque toscani quarantenni giù di lì: questo sarebbe il mio sistema di potere? Non male come accusa soprattutto in un Paese che ha vissuto per vent’anni il clamoroso conflitto d’interessi di Berlusconi“, chiosa.
L’ex premier è pronto per la corsa alla segreteria del Pd, dove punta a superare il 50 per cento. Anche se, sottolinea, anche arrivare a una percentuale inferiore “non cambia nulla” perchè “chi arriva primo fa il segretario”.
Sulle primarie Renzi tratteggia la competizione con gli altri due candidati, Andrea Orlando e Michele Emiliano
Primarie che vedranno schierati tutti i big del partito e non solo. Su Romano Prodi, ad esempio, Renzi invita ad attendere per capire con quale candidato si schiererà. “Non tiriamo per la giacchetta il Professore. Aspettiamo e poi commenteremo”, sottolinea l’ex premier.
Renzi ribadisce di essere “sereno” sull’inchiesta Consip:
La corsa di Renzi alla segreteria inizia dalla kermesse organizzata al Lingotto di Torino. E l’ex premier ha le idee chiare. “Vorrei partire da quel che succede nel mondo – da Trump, per dire – per arrivare alla Le Pen ed al nostro Paese. L’interrogativo resta lo stesso: il ruolo e la politica di una grande forza di centrosinistra di fronte ai populismi dilaganti”.
THE HUFFINGTON POST