Carlo Tavecchio, numero uno uscente e grande favorito è stato rieletto a capo della Figc superando Andrea Abodi, presidente dimissionario della Lega di B e outsider, al terzo scrutinio (54,03% a 45,97%).
Serie A spaccata
«Mi dispiace che la componente che traina il calcio italiano sia l’unica che non ha trovato il modo di rinnovare le cariche elettive. Così il Consiglio Federale parte zoppo», l’intervento di Giovanni Malagò, numero uno del Coni, all’inizio dell’assemblea elettiva all’Hilton Airport di Fiumicino. «Andare contro Tavecchio è un suicidio. Vi ha pure aiutato», la moral suasion tentata dal presidente della Lazio Claudio Lotito, grande elettore dell’attuale presidente federale, nei confronti del dg della Roma Mauro Baldissoni. «L’Assemblea della Lega di Serie A – ha dichiarato Maurizio Beretta – si è confrontata e a larghissima maggioranza si esprime in favore di Tavecchio». Non proprio, però, in maniera convinta e compatta.
I discorsi dei due candidati
Prima di andare delle urne, dopo le dichiarazioni di voto delle varie componenti, Tavecchio e Abodi hanno presentato i rispettivi programmi agli elettori. «In questo periodo le Nazionali sono cresciute, così come la nostra credibilità internazionale. Abbiamo fatto alcune cose buone e altre sono state avviate. Per la riforma dei campionati serve il contributo di tutti: bisogna mettere da parte gli interessi corporativi», i punti salienti del discorso tenuto, nonostante l’influenza, dell’attuale presidente federale, il grande favorito. «Due anni e mezzo fa ho sbagliato a votare Tavecchio. Oggi sarebbe stato bello avere un candidato unico, in quanto sintomo di promesse mantenute e di un progetto rispettato. Ma non è stato così. Vorrei essere portavoce del movimento italiano, dignitoso e competitivo a livello internazionale», la risposta del presidente dimissionario della Lega di B.
di Matteo De Santis, La Stampa