di Cesare Lanza
ERNESTO MAURI
Nella grande crisi dell’editoria italiana, l’ad di Mondadori fissa ed
espone alcuni dati di riferimento: il 58% degli italiani non legge neanche un libro, tuttavia ogni anno si pubblicano 65.000 titoli. Cosa fare? «Diminuire il numero dei libri pubblicati, selezionarli meglio. Se no, non ci guadagna nessuno». E Mauri dà il buon esempio: Mondadori scende da 2.000 a 1.600 titoli l’anno.
LUCA DI MONTEZEMOLO
È il protagonista di un moderno contrappasso? Dal latino contra e patior, soffrire il contrario: Luca da giovane raccoglieva un successo dietro l’altro, pur senza sapienza. Invecchiando l’incompetenza è rimasta, ma la spinta di Gianni e Suni Agnelli no: un calcione alla Ferrari, un ko per le agognate Olimpiadi, e ora esplode il fallimento Alitalia.
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GIANLUIGI DONNARUMMA
Gigio è maggiorenne. Finalmente, così tutti smettono di chiedersi; ma come, non ha neanche 18 anni? Un anno fa l’ex allenatore del Milan, Sinisa Mihajlovic, lo fece esordire in serie A. E da allora il portiere più alto del campionato (196 cm, più del suo idolo Gigi Buffon), oltre che il più giovane nel mondo, si comporta come un veterano. E il bello comincia adesso.
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JAMES PALLOTTA
Il presidente proprietario della Roma aveva sparato forte, quando la bocciatura del progetto dello stadio sembrava totale e definitiva: è una catastrofe, dovremo ridimensionare le ambizioni del club, saranno ceduti i giocatori più importanti. Traduzione: avevo preso la guida della Roma non per raggiungere traguardi sportivi, ma per una speculazione di affari.
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ANDREA ORLANDO
Tomo tomo, cacchio cacchio – così avrebbe detto Totò – emerge nel gran bordello del Pd e si candida alla segreteria (il 30 aprile ci saranno le primarie). Il ministro della Giustizia si muove con passi felpati, tra una scissione e l’altra: evita strappi ed estremismi, detesta l’arroganza visibile. Fluttua sorridendo tra Renzi ed Emiliano. Non a caso è il cocco di Mattarella e Napolitano. Predestinato?
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WARREN BEATTY
L’ex popolarissimo attore (Bonnie e Clyde), ormai ottantenne, è protagonista, con Faye Dunaway, di una gaffe senza precedenti: alla serata degli Oscar, al momento del premio più atteso – il film vincente – annuncia La La Land. Tripudio, tutti sul palco, consegna delle statuine… Ma, dopo tre minuti, colpo di scena. È stato un incredibile errore, il film vincente è un altro, Moonlight.
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Cesare Lanza, La Verità