di Cesare Lanza
Scommettiamo che la sindaca di Roma avrebbe avuto meno guai, se fosse stata ben consigliata? Non sono presuntuoso, chiunque di voi, amici lettori, simpatizzante per i grillini 0 no, potrebbe darle qualche consiglio di buon senso. Da parte mia, il giorno dopo la trionfale elezione, le avrei consigliato di scrivere una lettera aperta alla città. Questa: «Cari elettori, grazie. Roma affonda nei debiti ed è sommersa da terribili problemi. Mi avete sostenuto con una immensa fiducia e ne avrò ancora bisogno: perché non posso, e nessuno potrebbe, fare miracoli. Ma mi impegno ad affrontare i problemi subito, con la vostra collaborazione. Il primo sarà la sporcizia, che offende e degrada la città più bella del mondo. Diremo di no agli sperperi e al malaffare, ma entro due mesi Roma tornerà pulita, come tutti la desideriamo. Il primo obiettivo è fare pulizia in casa! Poi, via via, ci occuperemo di tutto il resto! ». Penso che Virginia Raggi avrebbe dovuto impostare un rapporto chiaro e diretto con i cittadini: comunicazioni semplici, senza contraddizioni. Avrebbe dovuto farsi considerare, subito, una di noi: affrontando l’inferno romano e i suoi problemi, uno alla volta. In due mesi, con tutte le risorse a sua disposizione (magari esigendo l’intervento dell’esercito e di tanti volontari) avrebbe potuto ridarci la nostra bella Roma pulita come tante altre capitali di Paesi non più civili del nostro – e mantenerla tale, con provvedimenti drastici, straordinari. Senza farsi ingabbiare in polemiche inutili, ma inseguendo risultati visibili, davanti agli occhi di tutti. È ancora in tempo, se vuole: mi ostino ad avere e darle fiducia.
Cesare Lanza, La Verità