di Cesare Lanza
Scommettiamo che riusciremo a ridimensionare l’uso del telefonino e le relative digitazioni sui social network? Lo so bene: -punterete tutti sull’ipotesi contraria, la mia è una scommessa temeraria (come a volte mi capita di fare). Però la soddisfazione è di poter sfogarmi su qualcosa che non mi piace: l’invadenza di questa nuova tecnologia. La diciamo, la verità? Col telefonino rischiamo di diventare ottusi e privi di sentimenti. Peggio: ambigui, viscidi, banali, frettolosi, incapaci di ragionamento. Su qualsiasi argomento, basta replicare con una faccina 0 un simbolo, e così evitiamo di riflettere – in un istante – su ogni approfondimento. Spesso mi diverto a replicare con un quadrifoglio (almeno auguro fortuna), oppure con una faccetta del tutto opposta rispetto a ciò che leggo. Mi mandano un complimento? Rispondo con una faccina incazzata. Ricevo un insulto? Rispondo con una faccina deliziata. E mai qualcuno che mi chieda: «Ma perché?». Va tutto bene, sempre. Ancora: non esiste un galateo. Se ti mando un sms, è chiaro che non mi devi rispondere con una telefonata, quasi sempre inutile, intrusiva. E se non rispondo subito a un tuo sms, è probabile che io abbia altro da fare, non devi spazientirti, soprattutto non devi seppellirmi sotto altri dieci messaggi per sollecitare una risposta. E poi: addio memoria! Una volta ricordavo decine di numeri di telefono, ora sono tutti registrati. E poi niente più moltiplicazioni o divisioni: basta la calcolatrice. E poi niente più cultura: che bisogno c’è di studiare? Vai su Google e trovi tutto. E l’amore, che muove il mondo? Vero o finto che sia l’impulso emotivo, mando un cuoricino e poi si vedrà.
di Cesare Lanza, La Verità